TOP

Giovani sempre connessi, ma per gli acquisti preferiscono i negozi.

E commerce verso i cinquantaquattro miliardi, con sicurezza e flessibilità dei pagamenti in testa alle priorità di chi compra. Attraverso PayPal due terzi delle transazioni italiane.

 

Scegliere il posto migliore per un concerto e poi pagare a rate il biglietto è possibile, grazie a una nuova funzione di PayPal che riscuote forte gradimento tra Millennials e GenZ. Il big player dei pagamenti digitali ha recentemente pubblicato i numeri delle proprie transazioni, rivelando che anche da noi il principio del “buy now, pay later” si diffonde a gran velocità: nella Top100 italiana dei merchant , ormai, il 90% sono clienti PayPal (permettono cioè ai propri clienti di utilizzare come mezzo di pagamento) e il 70% ha già attivato la nuova opzione “paga in tre rate con PayPal”. La stessa funzionalità ha avuto successo nelle transazioni con la pubblica amministrazione e con gli enti di fornitura, soprattutto per il pagamento delle bollette che negli ultimi mesi ha creato tanto disagio alle famiglie.

La fiducia dei consumatori verso PayPal nasce sin dale da un’efficace risposta al timore delle persone per la sicurezza dei pagamenti. Fu Ebay, vent’anni fa , a lanciare questo servizio per agevolare le transazioni e costruire un filtro – nell’affollatissimo traffico che generava – che dissuadeva gli utenti dallo scambio dei numeri delle carte di credito. E ancora oggi i problemi di sicurezza nei pagamenti online sono i più rilevanti per la maggior parte degli italiani (48%), tanto che il 67% di loro ha affidato la tutela delle proprie transazioni a PayPal. È proprio la sicurezza il requisito tecnico e psicologico che consente a oltre tre quarti dei consumatori (77%) di fare acquisti veloci e spensierati dal proprio telefono, di cui quasi un quinto – il 15% del totale – attraverso il social commerce.

Così gli acquisti online degli italiani crescono verso i cinquantaquattro miliardi (+13% sul 2022) secondo l’ultima indagine dell’Osservatorio eCommerce B2C, suddivisi tra un +8% per i prodotti e un +22% per i servizi, sebbene la penetrazione dell’e-commerce sia chiuso al 12% dello scorso anno. A livello merceologico si segnalano la frenata del food (+1%), la buona performance del fashion (+10%) e la moltiplicazione di turismo (27%) e ticketing.

Per leggere i numeri più alti nell’utilizzo dell’e-commerce bisogna spostare la lente sull’area di Milano. Tra la città metropolitana e le province di Monza e Lodi, ci sono due milioni e mezzo di residenti (l’80% degli over 15) che hanno fatto acquisti online negli ultimi tre mesi. Di questi, quasi due milioni (63%) sono acquirenti abituali, quattro punti percentuali sopra la media italiana, mentre lo scontrino medio milanese supera del 31% il dato nazionale. La classifica per età non privilegia i nativi digitali, dato che i più attivi sono nella fascia 35-44, dove l’87% (contro il 77% nazionale) sono utenti di e-commerce e se ne servono per tutte le categorie di prodotto. Sotto i venticinque anni, curiosamente, la media degli acquisti online qui è persino più bassa (73%) rispetto al resto d’Italia (78%.) Ma si spiega con il fenomeno dell’omnicanalità, dato che oltre il 40% degli acquisti in negozio (sempre nel milanese) sono influenzati da un touchpoint digitale. Le buone performance delle transazioni brick and mortar, insomma, sono legate a doppio filo alla presenza e alle buone abilità comunicative nello spazio digitale.