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Orologi: il business senza tempo del second hand

Il mercato degli orologi continua a crescere, trainato dal successo dei prodotti luxury. Il second hand è sempre più importante. Il costo dei prodotti usati supera quello dei nuovi modelli.

Il mercato degli orologi negli ultimi anni ha registrato una crescita ininterrotta, con una grande accelerazione nel periodo post pandemico. Un’indagine di Assorologi sui risultati del 2022, rispetto all’anno precedente stima un calo delle vendite 4,3 milioni di pezzi (-5,8%), ma un aumento del valore delle transazioni per un valore di 1,30 miliardi (+6,5%).La relazione segnala anche una ripresa del canale fisico con 63,6% a quantità vendute, e un calo dell’online, sceso al 36,4%.

Un’analisi do Morgan Stanely sui 50 più importanti produttori svizzeri ha evidenziato come oggi il mercato sia fortemente polarizzato: crescono gli acquisti di orologi di lusso, mentre sono in calo i modelli più economici, ma è Swatch a crescere più di tutti, con il nuovo modello Moonswatch che porta il brand a registrare un aumento di vendite del 90% rispetto al 2021.

Il calo delle vendite di orologi entry price può essere in parte spiegato con l’arrivo degli smartwatches, ma, ad oggi, nemmeno i nuovi orologi polifunzionali si sono affermati nel mercato. Durante l’ultima parte del 2022 le vendite di smartwatches si sono ridotte dell’8%. Oggi il calo è più contenuto, -1,5%, ma questo dato è particolarmente preoccupante se si considera che nel periodo considerato l’India da sola ha registrato un aumento delle vendite del 121%.

Nel settore luxury Rolex domina il mercato, con quasi il 30% delle vendite totali, seguito, con distacco, da Omega e Cartier, rispettivamente al 7% e al 7,7%. Tra le vendite di prodotti di alta gamma è sempre più importante il business dei prodotti second hand. Secondo Boston Consulting le vendite di orologi di lusso usato tra il 2020 e il 2022 sono cresciute del 27%, arrivando a coprire un terzo delle vendite totali di orologi. La possibilità che il valore dei modelli fuori produzioni continui a salire porta, infatti, a considerare l’acquisto di modelli fuori produzione un investimento, e la scarsità delle materie prime riduce la nuova produzione di nuovi modelli, rendendo il prodotto usato, in alcuni casi, fino a 200 volte più costoso delle nuove offerte dei marchi.