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A.I. al servizio di marketing e retailer: nuove prospettive dalla Milano Digital Week

Best practice nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale in ambito retail, a confronto con i limiti imposti dalle realtà societarie e normative.

Nell’appuntamento annuale con la Milano Digital Week, il fil rouge di molti incontri è stato l’adozione dell’AI e i suoi limiti, intesi come limiti ambientali, sociali, economici, etici, educazionali e generazionali con i quali bisognerà confrontarsi per uno sviluppo sostenibile. Tra i tanti talk, merita un approfondimento quello organizzato da MINT intitolato AI for enterprise, advertising case con ampia presenza di esperti del settore pubblico e privato (la registrazione integrale è visibile qui). Due le prospettive sullo sviluppo dell’AI: da un lato, la prospettiva normativa, dall’altro, l’utilizzo che si può fare nel settore marketing, dove l’intelligenza artificiale e l’automazione stanno guadagnando sempre più terreno.

Rispetto alla prima prospettiva, i tempi normativi sono più lenti dei tempi con cui evolvono le tecnologie. E su questo divario, hanno gioco facile i player che, fuori dal contesto normativo europeo, sviluppano soluzioni di AI. Una possibile soluzione per colmare il gap e consentire alle aziende UE di non rimanere indietro sarebbe l’adozione delle Sandbox, ambienti sperimentali dove si osservano fenomeni non ancora regolamentati, i cui procedimenti vengono analizzati da comitati interministeriali ed in seguito normati, riducendo, per esempio, i rischi etici.

Per quanto riguarda marketing e retail, un esempio concreto dell’utilizzo consapevole dell’AI è stato illustrato da Marco Ruffa (CMO Pinko Italia), che ha raccontato la scelta dell’azienda di appoggiarsi a un grande player come Open AI. Tramite la creazione di un prompt engine ad hoc che dialoga con i servizi OpenAI, Pinko ha somministrato i dati di vendita dell’andamento settimanale dei negozi per avere poi una lettura dei dati in lingua italiana di ciò che è accaduto nei singoli punti vendita. Il vantaggio che hanno tratto da questo utilizzo è uno scenario dettagliato e in tempo reale di criticità e punti di forza dei singoli store messi a paragone sia tra di loro che con altri dati del settore. Al termine di questa analisi, le decisioni che si prenderanno, spetteranno solamente all’essere umano che, con il supporto dei dati, può capire dove è meglio agire ed allocare risorse in maniera efficiente ed efficace.  

Da questo approccio è chiaro che a guidare le scelte di marketing non siano più l’intuito o le previsioni basate sull’esperienza umana, ma tali scelte siano indirizzate da dati e dagli strumenti con cui questi vengono analizzati. Una rivoluzione sia industriale che generazionale, che riguarda non solo i modelli di business ma anche le competenze di cui le industries hanno bisogno e le leggi che ne regolamentano l’adozione.