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Social media, le nuove sfide tra business e verità.

Social media, le nuove sfide tra business e verità

 

Mentre Instagram moltiplica i link in bio ed Elon Musk sfida i fratelli maggiori di Twitter, migliaia di utenti scoprono nuove piattaforme meno brandizzate dove condividere i propri contenuti.

 

I piccoli social sono più social.

 

Se le grandi piattaforme privilegiano la relazione tra utente e brand alla relazione tra utente e utente, adesso qualcuno comincia a guardare altrove. Per anni la nozione di piattaforma – un sito “olistico” in cui le persone trascorrono la maggior parte del tempo – ha regnato sovrana. Ma i post di una volta, dove amici e parenti ci aggiornavano sulla vita di tutti i giorni, sul weekend romantico o sulla partita di calcio sono diventati meno frequenti. La grande quantità di contenuti provenienti da brand, influencer e varie altre realtà di livello professionale rendono meno intimo e familiare l’ambiente di Instagram, Facebook, TikTok, Twitter e Snapchat, che nella percezione dei loro utenti somigliano più a emittenti, canali televisivi brandizzati, che a spazi di espressione personale. Da qui il successo di social newtork più piccoli e mirati, orientati alla comunità e dedicati a hobby o problemi particolari. Tra questi c’è Mastodon, quasi una copia di Twitter ma suddiviso in gruppi; c’è Nextdoor, un social network per i vicini di casa che si confrontano su problemi comuni; e ci sono applicazioni come Truth Social, creata da Donald Trump, che gode di consenso tra i conservatori americani.

 

La realtà piace, ma la finzione ancora di più.

 

Una delle ultime rivelazioni del settore è BeReal, il social francese che punta tutto sull’immediatezza e sulla realtà, lanciato nel 2020 ed esploso nell’estate del 2022. Incalzando i propri utenti in momenti casuali e imprevedibili della giornata, il nuovo concept esalta il realismo di un viaggio in autobus, di un piatto di pasta quasi finito, di una riunione di lavoro in una stanza non fotogenica. L’utente deve immortalare ciò che sta vivendo nell’esatto istante in cui riceve la notifica, mostrando la propria realtà “senza filtri”. Ma dopo la grande ondata anche il successo di BeReal ha cominciato a scendere, forse perché il fascino della realtà ha qualche limite. Secondo Niklas Myhr, professore associato di marketing alla Chapman University, BeReal potrà tornare a crescere non rinunciando alle sue peculiarità, ma trovando nuovi modi per valorizzarle.

 

Instagram a misura di brand.

 

Dopo l’ultimo aggiornamento dell’applicazione, gli utenti Instagram potranno aggiungere fino a cinque link nel proprio profilo, rimandando i propri follower in maniera semplice e immediata ad altrettante landing page. Un limite storico che ha fatto conoscere questo social media come una piattaforma a circuito chiuso, dalla quale non era possibile uscire se non con un singolo link nella bio del profilo o attraverso le inserzioni, adesso fa un passo deciso in direzione dei brand, che quintuplicano le possibilità di personalizzare i propri profili social. Meno felice la sorte di piattaforme come Linktree, nate e cresciute proprio per sopperire a questo limite di Instagram, che potrebbero perdere ogni ragion d’essere.

 

Twitter e Microsoft, scontro fra titani.

 

La spregiudicata politica aziendale di Elon Musk ora colpisce anche il rapporto con la concorrenza. Dopo l’ondata di licenziamenti che ha ridotto il personale di Twitter da ottomila a millecinquecento persone e la stretta sulle spunte blu (otto dollari al mese per validare gli account con milioni di follower), ecco una minaccia giudiziaria contro l’azienda di Bill Gates, accusata di aver utilizzato illegalmente i dati di Twitter. Secondo gli esperti del settore si tratterebbe di un dolorante contrattacco, dopo che Microsoft ha annunciato di voler espellere l’uccellino blu da tutti i propri software B2B per la pianificazione di campagne. Ma la causa originaria sarebbe sempre Musk, che vorrebbe 42.000 dollari al mese per accedere ai dati della sua piattaforma.