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Nuove farmacie, quasi un centro medico di quartiere

Con i progressi della telemedicina e il know-how dei distributori, le farmacie ampliano l’offerta di prestazioni mediche, dalla diagnostica per immagini al consulto in tempo reale.

Solo quattro persone su dieci, tra quelle che si recano in farmacia, vanno esclusivamente per comprare i medicinali prescritti. Solo quattro anni fa, nel 2019, erano la metà degli utenti, mentre nel 2006 erano il 69%. Il superamento della concezione della farmacia come semplice distributore di farmaci è stato uno dei temi più importanti trattati durante la terza edizione di Retail4Pharma, una serie di incontri organizzati da iKN Italy e dal Retail Institute per approfondire l’evoluzione del rapporto tra cliente e farmacista. 

Paolo Betto, vice direttore di Federfarma, ha parlato dell’utilità già raggiunta dalla farmacia per tanti servizi, come la farmaco sorveglianza, o la somministrazione dei vaccini. Ma, secondo Stefania Fregosi, Head of Healthcare di Ipsos Italia, l’elenco di nuove prestazioni potrebbe presto arricchirsi. Sempre più farmacisti chiedono di poter implementare la loro offerta con nuove attività, come la fisioterapia o i consulti psicologici.

Questo ruolo della farmacia era, in realtà, già stato definito da una legge del 2009, per favorire l’integrazione tra le prestazioni mediche e quelle farmaceutiche. Ma è stato con la pandemia di covid che si è diffuso davvero su larga scala il modello di “Farmacia dei servizi”. Oggi nel nostro paese settemila farmacie offrono servizi di telemedicina, e per il territorio circostante sono ormai simili a dei veri presidi medici, capaci di alleggerire il carico del sistema sanitario nazionale e di ridurre i suoi tempi di attesa.

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Il ricorso agli strumenti digitali sta cambiando profondamente anche le relazioni tra clienti e brand. Il report “Keys Pharma Trends Italy 2023” pubblicato da Captify, una società specializzata in market research, indica tra gli autori di questa trasformazione, insieme alla digitalizzazione, anche la personalizzazione dell’offerta, l’utilizzo dei dati e la nuova importanza della prevenzione. In rete le ricerche sui temi sanitari riguardano problematiche specifiche e personali, ed è spesso possibile avere una risposta su misura, come succede con le diete personalizzate. I nuovi dispositivi indossabili, come gli smartwatch, permettono, inoltre, l’osservazione costante del proprio stato di salute, fornendo una quantità enorme di dati, che facilitano, in caso di necessità, un intervento tempestivo. Ma l’immediata disponibilità di tutti i parametri vitali può aiutare anche ad evitare una richiesta di cure o di trattamenti, se i consumatori sono abituati a controllare autonomamente il loro stato di salute.

Oggi, secondo alcuni osservatori, la stessa importanza del farmacista è messa in discussione dall’arrivo dell’intelligenza artificiale. Nemmeno l’alto livello di specializzazione della professione sembra davvero indispensabile, se si considera che chatGPT, testata in campo medico,è riuscita superare con ottimi risultati l’esame di ammissione a Medicina e Odontoiatria. Ma, secondo Francesco Zaccariello, il fondatore di eFarma, non è davvero possibile sostituire la figura del farmacista. L’AI può essere di grande aiuto in diverse fasi dell’ attività, come la gestione degli ordini, o l’organizzazione dei turni. Nella relazione con il cliente, tuttavia, rimane centrale l’aspetto umano. Chi si rivolge al farmacista, accanto al consiglio medico, cerca, infatti, anche una rassicurazione o delle parole di conforto.