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Il Metaverso, bello ma non ci vivrei.

Il Metaverso, bello ma non ci vivrei.

Aquasi un anno dal lancio del Metaverso, la divisione Reality Labs di Meta perde oltre 9 miliardi di dollari. Colpa degli scenari economici e della crisi della pubblicità, ma forse c’è di più.

 

Ormai un anno fa Mark Zuckerberg annunciava che avrebbe rinominato Facebook “Meta” e che avrebbe concentrato la sua strategia futura sulla creazione del Metaverso, una dimensione virtuale a realtà aumentata accessibile da visore. Una notizia che fece scalpore ma che venne immediatamente raccolta da grandi marchi, che decisero massivamente investire negli spazi virtuali disponibili.

 

Oggi, però, la corsa della Reality Labs di Meta, cuore della scommessa tecnologica e del futuro (utopico? Distopico?) di Zuckerberg, sembra essere incappata in un importante stop.

 

La trimestrale ha mostrato un risultato più che deludente: utili in caduta libera per il quarto trimestre consecutivo e costi significativamente maggiori per l’anno prossimo. E così le azioni sono scese in borsa del 19,1%.

 

Colpa dello scenario globale, sicuramente, e del cattivo andamento del mercato pubblicitario, che traina anche giù anche Facebook, tuttora cassaforte di famiglia.

 

Tuttavia è lecito chiedersi se non stia montando una sorte di diffidenza culturale verso l’universo digitale in via di sviluppo.

 

Qualche giorno fa  Phil Spencer, boss di Xbox,  ironizzava dicendo «Un metaverso che sembra come un salottino, credo soltanto che non sia dove voglio passare gran parte del mio tempo». Una critica che viene dalla concorrenza, si potrebbe obiettare.

 

Tuttavia alla perplessità di Spencer si sono aggiunti anche i dati dell’ultimo rapporto di Statista Advertising & Media Outlook, secondo cui la percentuale di persone che utilizzano cuffie per la realtà virtuale o la realtà aumentata rimane molto bassa e non si prevede una crescita significativa nei prossimi anni.

 

Un salottino decisamente troppo intimo per quella che voleva essere invece una nuova terra delle opportunità. Sarà interessante vedere se e come Meta cercherà di realizzare la sua promiselad.