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Carbon footprint, una classifica dei brand più responsabili

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L’accelerazione del cambiamento climatico spinge i grandi brand a intensificare gli sforzi per ridurre le emissioni. Una classifica dei più impegnati, dall’osservatorio di Altavia Watch France.

Nel mondo del retail, la responsabilità sociale d’impresa è ormai una tappa obbligata. Mentre alcuni attori si limitano a interventi di make-up, altri vanno in profondità, impegnandosi per un cambiamento reale. Ecco una panoramica dei dieci retailer più virtuosi in tema di sostenibilità ambientale.

1. Patagonia

Difficile fare di meglio. Fondata nel 1973 dall’alpinista americano Yvon Chouinard, Patagonia è considerata una delle aziende più impegnate a livello globale nella lotta contro il cambiamento climatico e per la protezione della biodiversità. Fin dagli esordi, il brand, specializzato in abbigliamento per sport di montagna, ha cercato di minimizzare l’impatto ambientale dei suoi prodotti. Nel 2011 ha lanciato la famosa campagna “Don’t buy this jacket”, invitando i consumatori a ridurre gli acquisti. Attualmente, ha l’obiettivo di raggiungere il 100% di packaging riutilizzabili o riciclabili entro il 2025, e la neutralità carbonica entro il 2040. Nel 2022, Chouinard ha compiuto un gesto rivoluzionario cedendo l’azienda, valutata tre miliardi di dollari, a due fondi con il vincolo che i futuri profitti vengano destinati alla tutela dell’ambiente. «Facciamo della Terra il nostro unico azionista», dichiarò in quell’occasione.

2. Biocoop

Nata negli anni ‘70, Biocoop è oggi il leader francese della distribuzione biologica, con oltre settecentocinquanta punti vendita. Si caratterizza per l’impegno verso il commercio equo, l’agricoltura locale e la riduzione sistematica dell’impatto ecologico. Promuove attivamente il consumo responsabile e l’economia circolare, e punta a limitare l’ultra-trasformazione degli alimenti. Biocoop si distingue anche per la sua politica di equa distribuzione del valore tra i dipendenti e tutti gli stakeholder, in linea con una visione di sostenibilità economica e sociale.

3. Naturalia

Con il primo store aperto a Parigi nel 1973, Naturalia ha contribuito alla diffusione del biologico in Francia, supportando un’agricoltura rispettosa del clima e della biodiversità. L’insegna, che oggi conta più di duecento punti vendita, si pone l’obiettivo di favorire il consumo consapevole, sostenendo le produzioni locali e riducendo l’impatto ambientale. Per raggiungere questi obiettivi, Naturalia punta su prodotti locali, senza OGM, riducendo l’uso di packaging e ottimizzando la logistica. Sostiene l’agroecologia e lotta contro lo spreco alimentare, con attenzione all’inclusione di persone con disabilità tra i collaboratori.

4. Nature et Découvertes

Nel 1990, l’imprenditore francese François Lemarchand ha lanciato Nature et Découvertes, catena di negozi dedicata alla scoperta e alla protezione della natura. La fondazione omonima, creata nel 1994, destina il 10% dei profitti netti a progetti ambientali. Più di milleduecento iniziative ecologiche sono state finanziate fino a oggi. Nature et Découvertes si impegna nell’eco-design, utilizzando materiali sostenibili e riducendo l’impatto del packaging. Il marchio sta inoltre investendo nell’economia circolare per creare prodotti sempre più duraturi.

5. Leboncoin

Piattaforma leader per la compravendita di articoli di seconda mano, Leboncoin conta su una base di utenti che supera i ventisette milioni al mese. L’azienda si pone l’obiettivo di promuovere un modello di consumo più sostenibile e di contribuire alla transizione ecologica, riducendo l’impatto ambientale degli acquisti online. Nel 2023, il report Contribution économique et sociétale du boncoin en 2024 ha rivelato che le transazioni sulla piattaforma hanno evitato l’emissione di oltre quattrocentosessantamila tonnellate di CO2 e la produzione di settantadue milioni di nuovi prodotti, prevenendo lo spreco di quarantun milioni di articoli.

6. Back Market

Specializzato nella vendita di dispositivi elettronici ricondizionati, Back Market è cresciuto rapidamente, registrando un aumento del fatturato del 32% nel 2023. L’azienda gioca un ruolo chiave nella promozione dell’economia circolare, favorendo il riutilizzo di vecchi apparecchi e limitando la produzione di rifiuti elettronici. Secondo Alexandre Dan, «acquistare uno smartphone ricondizionato evita l’emissione di settantanove kg di CO2 e il consumo di sessantotto litri d’acqua». Numeri che spiegano concretamente l’impatto positivo del riciclo tecnologico.

7. Decathlon

Decathlon ha sviluppato un programma per ridurre le emissioni di gas serra puntando su materie prime sostenibili e decarbonizzando le attività logistiche. L’obiettivo è ridurre le emissioni del 42% entro il 2030 e raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. L’insegna sta anche ampliando l’offerta di prodotti riparabili e riciclabili, proponendo modelli di business circolari come il noleggio e l’acquisto di articoli usati. Nel 2023, l’economia circolare rappresentava il 2,27% del fatturato, in crescita rispetto all’anno precedente.

8. Fnac Darty

Dopo l’acquisizione di Darty da parte di Fnac nel 2016, il gruppo ha lanciato un ambizioso piano di CSR, con l’obiettivo di ridurre il consumo energetico e favorire la riparazione dei prodotti. Il piano “Everyday” mira a riparare due milioni e mezzo di articoli entro il 2025 e a dimezzare le emissioni di CO2 rispetto al 2019 entro il 2030. Fnac Darty si propone inoltre come esempio di trasparenza e etica aziendale, con un focus sulla sostenibilità ambientale e sociale.

9. Veja

Fondata nel 2005, Veja è una delle marche di calzature più eco-sostenibili al mondo. Le sue scarpe sono realizzate con materiali ecologici come cotone biologico, gomma naturale e plastica riciclata. L’azienda ha lanciato il progetto “Clean Repair Collect” per riparare e rivendere scarpe usate, promuovendo l’economia circolare. Veja si distingue anche per le ottime condizioni di lavoro e una giusta retribuzione dei dipendenti, sottolineando l’importanza della responsabilità sociale.

10. Faguo

Nata nel 2008, Faguo è un altro esempio di eccellenza nella moda sostenibile. Il marchio utilizza materiali riciclati per l’80% delle sue collezioni, riducendo così le emissioni di CO2 fino al 90%. Anche gli scarti di produzione vengono riutilizzati. Faguo alimenta le sue sedi con energie rinnovabili e utilizza esclusivamente packaging riciclabili, dimostrando che la moda può essere al servizio dell’ambiente.