Il delivery della spesa, tra innovazione e pigrizia
L’assestamento post-covid non ferma investimenti e abitudini che potrebbero rialzare la domanda di consegne. Il dibattito a due voci da Altavia Watch UK.
Nel vivace mondo del retail, il dibattito tra esperti come Glynn Davis e Matthew Valentine offre uno spaccato interessante sulle tendenze emergenti. Questo mese, il focus è sui servizi di consegna rapida di generi alimentari, un fenomeno che ha dominato la scena durante la pandemia di Covid-19, ma che ora sta attraversando una fase di ristrutturazione e riflessione.
I vantaggi secondo Glynn Davis
Glynn Davis analizza il successo e le sfide dei servizi di quick-commerce che, durante i lockdown, hanno visto un’impennata notevole grazie a nomi nuovi come Getir, Gorillas e Dija. Il settore, inizialmente in forte espansione grazie a un mix di lockdown forzati, crescente impazienza dei clienti e ingenti investimenti, ha visto molti dei suoi protagonisti crollare sotto il peso di modelli di business insostenibili. Tuttavia, Davis nota che la fine di questo boom non è stata totale. Le aziende di consegna di cibo come Uber e Deliveroo hanno adattato i loro modelli per includere anche la consegna di generi alimentari, sfruttando le loro infrastrutture consolidate.
Secondo Davis, la domanda di consegne rapide di generi alimentari è reale e crescente. Previsioni di Just Eat Takeaway.com stimano un mercato europeo del valore di 16,5 miliardi di dollari entro il 2029, sostenuto da una base di consumatori che considera queste soluzioni come parte integrante della loro vita quotidiana. La convenienza e la frustrazione legata a esperienze di acquisto in-store, come le lunghe code alla cassa, stanno spingendo sempre più consumatori verso queste nuove modalità di acquisto. I grandi retailer come Co-operative stanno già rispondendo a questa domanda crescente, con risultati promettenti. La previsione è che il commercio rapido possa sostituire, in parte, i tradizionali acquisti settimanali, favorendo acquisti più frequenti e di piccole quantità.
Le critiche di Matthew Valentine
Dall’altra parte, Matthew Valentine adotta una posizione critica verso questi servizi di consegna rapida. Valentine osserva che, sebbene la comodità possa sembrare allettante, la realtà è che molti dei consumatori non sono realmente così pressati dal tempo da giustificare l’uso di tali servizi. Il dibattito, secondo lui, si riduce spesso a una questione di marketing e percezione, piuttosto che a un’effettiva necessità.
Valentine suggerisce che le alternative esistenti, come la pianificazione anticipata della spesa o l’uso di servizi di consegna settimanale, sono sufficienti e meno problematiche rispetto ai servizi di consegna rapida. Inoltre, i servizi di consegna rapida spesso comportano costi maggiori e una gestione discutibile delle condizioni di lavoro dei rider, oltre a sollevare preoccupazioni riguardo alla sostenibilità ambientale e alla redditività. Le difficoltà finanziarie di molti di questi servizi, nonché le dichiarazioni di esperti come Brittain Ladd, che definisce il commercio rapido come uno dei peggiori modelli di business, sottolineano la fragilità del settore.
In conclusione, mentre il commercio rapido di generi alimentari continua a evolversi e adattarsi, il dibattito tra Davis e Valentine riflette le complessità e le contraddizioni di un mercato in rapida trasformazione, dove la comodità e le reali esigenze dei consumatori si confrontano con le sfide economiche e logistiche di nuove proposte di business.