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Casaleggio, rivoluzione AI tra i partner dell’e-commerce

Budget in evoluzione, best case (anche italiane) e nuovi trend nella ricerca di Casaleggio Associati. Stripe e Shopify i partner più amati, l‘AI già pronta sul mercato.

Davide Casaleggio e Luca Eleuteri hanno presentato questa mattina a Milano i risultati della ricerca: I partner delle aziende Ecommerce e hanno fatto il punto sui servizi che nel 2023 saranno decisivi per lo sviluppo del commercio online, portando dati di scenario e casi di successo. Il mercato dei partner dell’e-commerce è molto popolato e si compone di tutti i servizi che fanno da cornice al commercio online, costituendone l’indotto complessivo: Casaleggio conta nove macro-categorie (fornitori di piattaforme, payment, logistica, gestione del catalogo, marketing, advertising, CRM, tecnologia, tecnologie di frontiera), a loro volta suddivise in trentacinque sottoclassi secondo varie aree di business e competenza.

Nuovi investimenti al di fuori dei costi di gestione ordinaria sono previsti da almeno un’azienda su due quando si tratta di implementare piattaforme e-commerce (58%), servizi di marketing (54%), sistemi di pagamento (52%), partner tecnologici (54%) e CRM (51%). Nel campo dell’advertising prevede nuovi investimenti il 45% delle aziende intervistate, a cui vanno sommati gli investimenti elevati previsti da un altro 24%. Investimenti elevati per le piattaforme (12%) sommati al 58% già citato fanno di questa categoria la più promettente con il 70% di previsioni. Le ragioni per cui si investe sono prevalentemente necessità di nuovi servizi (69%), innovazione (51%), espansione del mercato e problemi tecnici (42% per ciascuna). La necessità di ridurre i costi incide sulla scelta di investire per poco più di un terzo del campione.

Alcune categorie di partner hanno mantenuto un’irriducibile centralità sin dagli albori dell’e-commerce (se guardiamo logistica e sistemi di pagamento), ma presentano novità in termini di user-experience che possono incidere fortemente sulle strategie, come ad esempio la larga diffusione di punti di raccolta automatizzati. Altri si affacciano su questo mercato da pochi anni (o pochi mesi, come nel caso dell’intelligenza artificiale) e hanno iniziato ad alterare i rapporti di forza che esistono tra queste categorie. Un altro punto sottolineato spesso durante la mattinata concerne il profilo dell’azienda: a incidere sul giusto equilibrio tra partner intervengono infatti aspetti specifici (il settore merceologico, il mercato di riferimento), ma anche momenti chiave che ne segnano l’esistenza, come la scelta di internazionalizzarsi, la crescita del fatturato sopra la soglia del milione, il passaggio al modello di marketplace. Tutto questo rimarca che il “partner balancing” rappresenta un punto nevralgico e differente per la strategia di ogni azienda. Ma un momento chiave può essere anche il burn-out dei sistemi esistenti, che qualche volta è collettivo: di solito, segnala Casaleggio, il giorno dopo il black Friday il mercato dei partner si rimette sempre in movimento.

casaleggio partner ecommerce

In prima linea tra gli interventi delle aziende partner, spicca un insight sui sempre più centrali modelli Saas-based (software as a service) a cura di Anastasia Sfregola di Shopify, main partner della ricerca insieme a Magnews. Shopify, che nel mondo è tra i primi fornitori di piattaforme (ha realizzato quattro milioni di siti web e processato cinque miliardi e mezzo di dollari nel 2022) e si classifica in assoluto tra i partner e-commerce più apprezzati dalle aziende italiane (insieme a Stripe, DHL e PayPal), adesso diventa anche fornitore di tecnologie “di frontiera”. Nello specifico, ha realizzato prodotti di intelligenza artificiale che aiutano le aziende a costruire il sito web e a creare la descrizione del prodotto con padronanza di lessico e tone of voice: una notizia non splendida per “categorie” di partner come content factories e UI designers. Tra le aziende di e-commerce intervenute davanti alla platea, interessante il caso di Alessi, storico brand di design che ha superato da poco i cento anni di età, che sotto la guida del giovane CDO Pablo Daniel Fraile ha superato un’antica diffidenza verso l’online e avviato un programma di trasformazione che negli ultimi tre anni ha fruttato un +255% di fatturato e un +67% di utile. Il superamento dello “shock culturale” legato alla digitalizzazione è passato attraverso la costruzione di un team competente (più che triplicato rispetto agli inizi di Daniel Fraile) e la semplificazione della logistica, come testimonia l’esperienza statunitense che si è risolta con l’abolizione dei magazzini locali. Adesso Alessi soddisfa le richieste di numerosi clienti americani avviando tutte le spedizioni dalla sua sede di Omegna, sul Lago d’Orta.