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Circana, il consumatore della permacrisi non cerca solo il risparmio

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La lieve ripresa dei volumi nel 2024, trainata dalle MDD, accomuna tutti i canali di vendita tranne ipermercati e piccole superfici. Exploit del benessere. L’analisi di GS1 Italy e Circana.

L’atteso rilancio della domanda, non più solo a valore ma anche a volume, è un trend che è stato confermato durante il webinar “Navigare il futuro tra inflazione e cambiamenti nei consumi”, organizzato da GS1 Italy in collaborazione con Circana. I fattori che lo determinano sarebbero molteplici: dall’aumento della pressione promozionale alla crescita delle private label e dei primi prezzi, e dalla ricerca di prodotti orientati ai lifestyle alla profondità degli assortimenti. Salute, benessere, forma fisica e cura di sé sono infatti i valori su cui gli italiani si stanno concentrando nel 2024, come confermano i trend positivi delle vendite dei prodotti dell’area benessere, in crescita di +33,7% a volume e di +44,7% a valore nell’anno terminante a settembre 2024 rispetto all’anno solare 2019. Al suo interno, il carrello salutistico ha migliorato il giro d’affari di +41,5% e i volumi di +54,7%, mentre quello dell’alimentazione sportiva ha messo a segno +73,7% a volume e +80,5% a valore.

Il primo bilancio del 2024 mostra segnali di ripresa della domanda. L’analisi di GS1 Italy e Circana evidenzia una lieve, ma significativa, ripresa dei volumi dall’inizio dell’anno (+1,8%), soprattutto nelle ultime settimane: è un trend comune a tutti i canali distributivi della GDO (ad eccezione di ipermercati e piccole superfici), anche a parità di rete, che si ripercuote anche sull’aumento delle vendite in valore (+2,3%).

Intanto, gli assortimenti nei punti vendita sono tornati ad ampliarsi (+0,8% annui) arrivando a una media di quasi novemilacinquecento referenze. La crescita assortimentale è guidata da superstore, supermercati e discount. Unico canale in negativo sono i petshop (-1,1%). Di pari passo è migliorato anche il livello di efficienza dello scaffale: il tasso di out-of-stock è sceso rispetto al 2023 (da 3,6% a 3,5%), mentre l’incidenza delle vendite perse è diminuita di -0,2 p.p., fermandosi a quota 4,8%. E lo spostamento dei consumi verso la marca privata penalizza soprattutto i fornitori maggiori (i top 25), premiando la fascia di primo prezzo, la cui quota di mercato è aumentata di +2,8% in dodici mesi, arrivando al 20,1% del giro d’affari del largo consumo confezionato in GDO. Rispetto al 27,1% del 2019, le private label hanno fatto molta strada, ma sono ancora distanti dal 38,9% di quota media europea.