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La private label che fa la differenza, una prospettiva europea

Private label, discount, promozioni e prodotti locali dominano i trend di consumo post-inflazione secondo Dunnhumby. Per Auchan, MDD decisiva per differenziarsi e creare valore.

Per avere successo nei prossimi anni, i retailer dovranno occuparsi prioritariamente di tre istanze del consumatore: personalizzazione, costo della vita e differenziazione della private label. Stila questa classifica Dunnhumby, leader globale nel settore della Customer Data Science, in un nuovo report. Altri tre fronti su cui lavorare sono le politiche di pricing, la loyalty omnicanale e l’avanzata dei discount.

In Italia, la fiducia dei consumatori si è quasi dimezzata tra il 2021 e il 2022, ma è risalita nel 2023 ed è sempre rimasta un poco più in alto rispetto ai paesi vicini (eccetto il Regno Unito, dove ora è molto alta). Chi garantisce la tenuta della fiducia, secondo l’indagine “Decoding 2024 Retail: Post-Inflation Consumer Trends in Europe” pubblicata da Dunnhumby, sono i leader del rapporto qualità-prezzo: in Italia Lidl, in UK Tesco, in Germania Aldi, in Francia E.Leclerc e in Spagna Mercadona. Due di questi sono discount (tedeschi). E proprio i discount manovreranno alcune tra le leve più impattanti dei prossimi anni. In uno scenario caratterizzato da riduzione dell’inflazione e rallentamento della crescita (dati OCSE), i primi driver di acquisto sono: private label, discount, promozioni (su prodotti abituali), prodotti locali, ricerca online dei prezzi migliori.

I brand del largo consumo rischiano così di rimanere schiacciati tra lusso accessibile e marca del distributore, se non investono in valori differenzianti (tra cui il localism) o hanno argomenti forti in termini di prezzi e promozioni. Secondo Dunnhumby, c’è ancora un terzo (risicato: 31%) di consumatori che compra prodotti di marca (pochi) e non disdegna l’acquisto di private label, inseguito da un 28% che non guarda la marca, ma sceglie il prodotto con il miglior rapporto qualità-prezzo, e da un 24% che guarda soltanto il prezzo. Chi compra sistematicamente i brand, è una rappresentanza del 9%, in calo. A spingere il marchio del distributore c’è anche l’ascesa del retail media, che ha sorpassato (23%) i social media (21%) nella formazione della scelta di acquisto: qui l’industria di marca è benvenuta come inserzionista, ma il prezzo lo fa il retailer.

Per Anne-Marie Ferrari, Direttrice internazionale MDD food e non food di Auchan Retail, intervistata in occasione di CIBUS 2024, «investire sulla private label è l’opportunità decisiva per passare da retail-brand a brand with a meaning. Uno dei maggiori fronti di investimento di Auchan sul piano food riguarda la tracciabilità della filiera e la ricettazione, per aumentare la sostenibilità del prodotto e il suo livello nutrizionale in termini qualitativi. Il packaging è il biglietto da visita per valutare la sostenibilità: così importante, che a volte va integralmente eliminato. La direzione da intraprendere insieme ai fornitori è non smettere mai di innovare».

Anne-Marie Ferrari, Directrice Marques Produits Alimentaires & Non Alimentaires Internationale di Auchan Retail