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La sfida di Huawei a Google e Apple: un sistema operativo tutto cinese

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Lo smartphone cinese tenta l’indipendenza dalla Silicon Valley con HarmonyOS Next. L’aumento di vendite in Cina incoraggia a blindare la filiera nazionale anche sul fronte hardware.

Il lancio del nuovo sistema operativo HarmonyOS Next da parte di Huawei segna una svolta nel panorama tecnologico, in quanto mira a costruire una terza piattaforma mobile capace di competere con iOS e Android, consolidando il distacco del produttore cinese dai software occidentali. Le sanzioni americane del 2019, da freno si sono convertite così in un impulso verso l’autosufficienza. Nei primi nove mesi del 2024, Huawei ha registrato un aumento del 30% nelle vendite di smartphone rispetto all’anno precedente, sostenuto da una forte domanda interna mossa anche da cenni di nazionalismo. Ma l’attrattiva di HarmonyOS Next per i mercati occidentali rimane limitata, data l’endemica assenza di app chiave come quelle di Google e dati i possibili ostacoli connessi allo sviluppo di un ecosistema equivalente.

La principale implicazione per i consumatori è un cambiamento nelle abitudini di utilizzo. In Cina, dove Huawei ha consolidato la propria posizione, HarmonyOS Next è già supportato da oltre quindicimila app, tra cui WeChat e Taobao, considerate essenziali per la vita quotidiana del cittadino cinese. Tuttavia, il decoupling tecnologico implica l’esclusione di app globali e servizi non più compatibile con il nuovo sistema. Per gli sviluppatori, il passaggio a HarmonyOS rappresenta un costo significativo: la riscrittura di app è stimata intorno ai due milioni di yuan per ciascun progetto (AppInChina). Questo potrebbe tradursi in un’offerta ridotta di software e una limitata capacità competitiva con Android e iOS sui mercati internazionali.

Nel retail si attendono trasformazioni profonde. Huawei sta già implementando strategie per posizionare i suoi prodotti come alternativa premium agli iPhone, con un prezzo di partenza di circa settecentosessanta dollari per il Mate70. Nel mercato cinese ha già eroso la quota di Apple, riducendo la presenza dell’iPhone nei segmenti di alta gamma dal 75% al 50% in due anni (Canalys). La capacità di Huawei di replicare questo modello su scala globale dipenderà molto dalla disponibilità di chip avanzati, prodotti dalla cinese SMIC, e dalla capacità di ampliare il suo ecosistema per includere funzioni richieste dai consumatori occidentali. L’introduzione di dispositivi interconnessi, come auto elettriche e smartwatch, potrebbe rappresentare un’ulteriore leva competitiva per fidelizzare i clienti nei propri store.