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Mere, dalla Russia un discount duro e puro (come quelli di una volta)

mere hard discount russia

Tutta posizionata sul prezzo, l’insegna del gruppo Torgservis che ha riportato in auge l’hard discount, ora corteggia anche il mercato italiano e scruta le aree meno servite.

La catena di discount Mere continua a destare interesse e qualche timore nel panorama europeo, puntando su un modello di business che si basa sulla più nuda essenzialità e su prezzi fortemente competitivi (persino rispetto agli altri discount). Il marchio, fondato in Russia nel 2009 dal gruppo Torgservis, si distingue per una politica aggressiva di pricing e design: i negozi sono allestiti in modo spartano, con merce esposta su pallet e scaffali minimalisti, senza fronzoli, per garantire al cliente il massimo risparmio possibile. L’obiettivo è dichiarato dalla stessa Mere: offrire ai consumatori prodotti food e non food con prezzi inferiori del 20-30% rispetto ai principali concorrenti del settore discount. Come osserva Luigi Rubinelli su Alimentando, lo spazio c’è: è stato progressivamente liberato da quei discount che si sono via via avvicinati al modello e al target della grande distribuzione tradizionale. La formula di successo si basa su una struttura di costi estremamente snella, che prevede l’eliminazione di intermediari, forniture di grandi volumi e negoziazioni dirette con i produttori. In molti store non ci sono frigoriferi e le merci deperibili sono ridotte al minimo per contenere ulteriormente le spese operative. In alcuni store il percorso passa all’interno di una cella frigorifera.

Nell’ultimo periodo, Mere ha concentrato le proprie aperture principalmente in Europa centrale e orientale, estendendo la propria presenza in paesi come la Germania, la Spagna e la Romania. Non tutto è andato secondo i piani. Alcuni store in Germania sono stati chiusi poco dopo l’apertura, a causa di difficoltà logistiche e dell’inasprirsi della concorrenza locale. Nonostante ciò, l’espansione internazionale non si è arrestata. L’azienda ha infatti ribadito il suo interesse per l’Italia, mercato che rappresenta una sfida non solo per la presenza di grandi player come Lidl e Aldi, ma anche per la radicata tradizione dei negozi alimentari e delle piccole catene locali.

La strategia di Mere per entrare nel mercato italiano potrebbe ripetere lo schema utilizzato in altri paesi: penetrare nelle aree meno servite dalle grandi insegne e offrire una gamma di prodotti limitata, ma a prezzi molto bassi. Nonostante l’interesse suscitato dall’annuncio di una possibile apertura in Italia, non sono ancora stati comunicati dettagli specifici sulle date o le località. Fonti vicine all’azienda ritengono che ci siano “trattative in corso”, ma il contesto economico attuale potrebbe influire sui tempi e sulle modalità di ingresso.