Passione sushi, in GDO vendite raddoppiate.
Non solo ristoranti: Kelly Deli e Eat Happy si contendono le superfici GDO per la preparazione del sushi in punto vendita. In espansione anche la filiera produttiva che distribuisce il prodotto “ready-to-eat”.
In Italia il mercato del sushi è raddoppiato in due anni, passando dai centoventi milioni di euro del 2019 ai duecentoquaranta del 2021. La spinta è arrivata anche dal covid, che ha incentivato il consumo domestico grazie al delivery e alla presenza dei banchi frigo in GDO. I puristi che esigono un sushi preparato al momento, e dunque rinnegano il prodotto confezionato, in alcuni casi hanno fatto la fortuna di Sushi Daily: il più importante brand europeo per la vendita in GDO, partito dai Carrefour francesi dieci anni fa, allestisce nei supermercati i suoi laboratori a vista (cucine a isola, delimitate dagli stessi scaffali in cui sono esposte le confezioni per la vendita) a garanzia della massima freschezza possibile. “Happily handmade sushi” è il motto che accompagna il lavoro esperto e lestissimo del personale che popola mille punti vendita in Europa e più di duecento tra i supermercati italiani. Il management di Kelly Deli (proprietaria del brand) conferma il ruolo strategico dell’Italia per lo sviluppo e per la sperimentazione di nuovi format. Massimo Mezzanotte, amministratore delegato di Sushi Daily, rivela a GdoWeek di voler esplorare canali diversi rispetto a quelli storici: non solo gallerie commerciali e delivery (già attivi), ma veri e propri ristoranti dedicati alla scoperta delle diverse cucine asiatiche. Pochi mesi fa, sostenuta da un budget pubblicitario di un milione di euro, è partita la prima campagna televisiva per i nostri schermi: tra il trattamento di sapore cinematografico e lo storytelling che esalta l’arte della preparazione, il claim è: “Cerca il volto della qualità”.
La tedesca Eat Happy, approdata in Italia da soli cinque anni, ha seguito questo esempio e punta a raddoppiare il numero dei corner (da cinquantatré a cento entro il 2025) dedicati alla produzione di sushi all’interno di ipermercati e supermercati, con un centinaio di nuove assunzioni in programma. Nel 2022 il fatturato italiano di Eat Happy ha superato i ventisette milioni di euro (+14% sul 2021) spinto anche dal sushi preconfezionato Wakame, che viene distribuito attraverso banchi refrigerati in punto vendita. A Bentivoglio in provincia di Bologna è stato da poco inaugurato il secondo sito produttivo di Eat Happy, che sarà strategico per servire i retailer fino in meridione. Wakame è già presente in seicento supermercati tra Carrefour, Pam , Crai, Unes, Conad e Bennet, ma il CEO Andrea Calistri punta a presidiare tutte le insegne italiane della GDO. Farà eccezione Esselunga che produce da sola, al proprio interno, questi ed altri piatti etnici.
Per gli americani, abituati ad acquistare sushi al supermercato sin dagli anni Ottanta, la migliore insegna dove rifornirsi di gunkan e nigiri è Whole Foods, già nota per la specializzazione in cibi freschi e biologici. Un altro record per Amazon, che da alcuni anni ne è proprietaria.