Brico, la partita tra fisico e digitale è ancora aperta
Le vendite online rispondono meglio all’inflazione, mentre la new wave di appassionati del fai-da-te rafforza il legame con il retail tradizionale. Palla al centro?
Un’analisi condotta da GfK Italia rivela un crescente interesse degli italiani verso il bricolage. Il 58% della popolazione, quasi sei consumatori su dieci, avrebbe infatti familiarità e vivo interesse per le varie attività che ruotano intorno alle categorie merceologiche (restauro, home improvement e giardinaggio). Un gruppo di consumatori più ristretto, ma sempre rilevante (circa sette milioni), rappresenta invece il nocciolo degli appassionati del fai da te, che si caratterizzano per competenze specifiche nell’uso di utensili da lavoro e per l’assidua frequentazione dei punti vendita dedicati. Oltre il 60% di questi appassionati ha visitato un negozio specializzato negli ultimi tre mesi, e oltre la metà ha effettuato acquisti di prodotti per il fai da te nello stesso periodo.
L’e-commerce gioca un ruolo significativo nel mercato del bricolage e del giardinaggio in Italia. Un’altra indagine, condotta da Ambrosetti in collaborazione con Amazon, dice che le transazioni online hanno contribuito a frenare l’inflazione in questo settore. I prezzi online si sono dimostrati più stabili rispetto ai negozi fisici, soprattutto durante periodi caratterizzati da alta inflazione. Questo ha permesso a molti consumatori di mantenere il proprio potere di acquisto, nonostante la crescita dei costi, ma ha anche accelerato la transizione o il consolidamento dell’offerta online da parte dei retailer tradizionali. L’aumento delle operazioni di e-commerce ha anche avuto un impatto positivo sui consumi, liberando circa un miliardo di euro di ricchezza disponibile per le famiglie italiane tra il 2020 e il 2022.
Nonostante i vantaggi economici dell’e-commerce e l’enorme disponibilità di prodotti online, i consumatori italiani mostrano una percezione mista, spesso una perplessità, riguardo alle potenzialità di questo canale. La maggior parte (48%) del campione intervistato da Ambrosetti ha negato la possibilità di un impatto positivo dell’e-commerce sui negozi fisici, in termini sia di ampliamento dell’offerta sia di servizi pre- e post-vendita, manifestando quindi una predilezione per la qualità dei servizi offerti dai retailer. Nella grande varietà di prodotti tecnici e marchi specializzati, l’addetto alla vendita svolge infatti un utile ruolo di orientamento che per molti consumatori è assai più apprezzato rispetto ai video di tutorial. Quasi il 27% non ha saputo dare un giudizio. Una persona su quattro (25%) ha però risposto positivamente, indicando il contenimento dei prezzi, l’accesso alle informazioni su sconti e promozioni e una migliore qualità del servizio di assistenza come punti decisivi per la decisione di acquistare online.