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Vita da cani, comincia a essere un bell’affare.

Vita da cani, comincia a essere un bell’affare.

L’umanizzazione del pet fa crescere alimenti premium, farmaci e assicurazioni per animali come se la crisi non ci fosse.

 

Alimenti di qualità, cucinati “delicatamente” e messi in scatola per i nostri amici a quattro zampe scalano le classifiche del comparto e conquistano le preferenze di un numero sempre più alto di consumatori. I proprietari di animali domestici non sono disposti a rinunciare alla qualità delle linee premium, naturali e di marca, anche in tempi in cui i soldi sono pochi; mentre il trend è ben diverso per alcune categorie di cibo umano. In Europa, secondo Lincoln International, il premium pet food crescerà più velocemente del prodotto standard. Negli States, General Mills è fiduciosa di poter aumentare di due miliardi di dollari le vendite del suo marchio di cibo per animali “Blue Buffalo”, che alza il suo posizionamento per prendere al volo il fortunato trend delle pappe gourmet. Una confezione di Wild Bites, vale a dire 113 grammi di bocconcini secchi per cane (al pollo o al salmone) realizzati con ingredienti di qualità “naturalmente ricchi di proteine e arricchiti con vitamine e sali minerali”, si trova su Amazon a nove dollari (79 al kg). Più del culatello.

 

La qualità è un argomento vincente per far leva sul cuore e sul portafogli dei “pet parents”: ripercorrendo la storia della piemontese Morando si scopre che non si tratta di una novità ma di una consuetudine, consacrata dal fondatore Enrico Morando che “umanizzava” le scatolette di cibo per cani assaggiandole personalmente davanti ai propri clienti per fornire una prova inappellabile della loro affidabilità. Adesso la solidità del grande produttore torinese richiama l’attenzione dei fondi di private equity, sempre più interessati all’industria del pet food.

 

In ambito retail si muove il gruppo padovano DMO che acquisisce Igor (Dog&Company). Il big player della detergenza, proprietario di Caddy’s e Lillapois e socio di L’isola dei tesori, aggiunge così alla propria rete una catena di venti punti vendita per animali da otto milioni di fatturato.

 

Il raggio d’azione della pet humanization guarda anche oltre l’alimentare: insieme ai prodotti veterinari, che sono già una leva strategica per i distributori che hanno capito il potenziale trainante del comparto farmaceutico, si affacciano le assicurazioni. Le polizze per animali costituiscono un mercato dal valore potenziale di quasi un miliardo e mezzo, cresciuto del 23% solo nell’ultimo anno. Tra le città col maggior numero di animali assicurati per abitante spiccano Bergamo, Brescia e Padova per i cani e Bologna, Brescia e Milano per i gatti.