NRF, tre imperativi per l’adozione dell’AI nel retail
L’esperienza di Sainsbury’s in UK detta l’agenda per l’integrazione dell’intelligenza artificiale in GDO. Le prime a trasformarsi saranno le casse, ma il fattore umano resta al centro.
Sainsbury’s, numero due della grande distribuzione nel Regno Unito (1400 punti vendita, quarantuno miliardi di fatturato nell’ultimo esercizio) ha preso la parola al Retail’s Big Show di New York per fissare tre obiettivi che il settore distributivo può perseguire con l’implementazione dell’intelligenza artificiale: migliorare il rapporto qualità-prezzo, la gestione delle scorte e l’esperienza del consumatore in punto vendita – destinata a diventare più semplice e veloce.
«Magazzini puliti, chiari e nitidi» (anche per chi li analizza da un tablet) sono stati la gioia dei lavoratori di Sainsbury’s nel periodo delle feste, secondo la testimonianza di Clodagh Moriarty, chief retail and technology officer del gruppo. A rendere possibile questa evoluzione, che ha permesso di evitare tradizionali incidenti logistici come la rottura di stock, è una partnership con Blue Yonder che ha messo l’AI al servizio dell’efficientamento della filiera. Le corrette previsioni sui consumi hanno reso possibile un abbattimento dei costi che Sainsbury’s ha potuto riflettere anche in una riduzione del prezzo al pubblico, cavalcando l’onda delle spese natalizie in un momento di alta competizione.
Per quanto riguarda il front-end, cioè il lato visibile del negozio con cui entra a contatto il consumatore, la cassa è individuata come un terreno di opportunità per l’installazione di nuovi strumenti AI-based. Sainsbury’s ha introdotto bilance intelligenti in grado di identificare i prodotti e automatizzare il processo di pesatura rendendolo un tutt’uno con la fase di pagamento. E in questa fase entra in gioco anche la loyalty, ma quella vera, dato che i clienti fidelizzati (circuito Nectar) che si comportano in modo corretto alle casse automatiche possono essere registrati come affidabili e dunque esclusi dal rescanning (i diffusi controlli a campione gestiti da un operatore per verificare la correttezza del self check-out).
I dati chiudono il cerchio. I clienti che utilizzano Scan&Go possono approfittare di prezzi differenziati, e intanto inviano a Nectar precise informazioni sui consumi, che Sainsbury’s può utilizzare per migliorare la gamma. Anche qui interviene l’AI, che può costruire nuovi modelli per la gestione dell’assortimento. Per la direttrice retail e tecnologia di Sainsbury’s, «i dati hanno un ruolo fondamentale, dal magazzino al retrobottega, fino al punto vendita. Possiamo inserire un po’ di intelligenza artificiale in tutte le fasi, ma teniamo la privacy in seria considerazione».
Clodagh Moriarty enuncia un ultimo principio, che però sta alla base di tutta la piramide: il retail è un’attività incentrata sulle persone. Lo è anche Sainsbury’s («We’re a people centric business») e porta avanti un approccio per cui innovazione significa costruire un ambiente in cui persone e tecnologia pssano convivere, sia nel lavoro di squadra che nell’esperienza di acquisto.