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Second hand, ancora in cerca della taglia giusta

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Prassi sostenibili si confrontano con le criticità dell’usato, che al consumatore non piacciono e al retailer possono sfuggire di mano. Il dibattito a due voci da Altavia Watch UK.

Oggi il second hand rappresenta un trend in forte crescita nel retail, alimentato dalle sempre più pressanti questioni legate alla sostenibilità. Come osserva Matthew Valentine, la vendita di beni di seconda mano non è certo una novità, ma il fenomeno ha assunto oggi rilevanza maggiore, diventando parte della risposta all’emergenza ambientale. Il riciclo e la riparazione degli oggetti non solo aiutano a ridurre gli sprechi, ma sono sempre più visti come uno strumento indispensabile per contrastare l’impatto delle produzioni industriali, soprattutto nel settore moda, noto per il suo alto tasso di inquinamento. Brand come Ikea o Marks & Spencer hanno iniziato a cogliere queste opportunità, introducendo piattaforme per la rivendita di mobili usati o collaborando con aziende di riparazione. Valentine sottolinea che «le aziende dovranno adattarsi più dei consumatori se si vuole ridurre il consumo e promuovere il riuso». Il cambiamento, dunque, non si limita a offrire prodotti nuovi, ma implica una gestione più attiva del ciclo di vita dei beni, garantendo la qualità necessaria affinché possano essere riutilizzati e rivenduti.

Ma come osserva Glynn Davis, il settore del second hand deve affrontare anche alcune sfide, in particolare legate all’immagine stessa del prodotto di seconda mano. «Non sorprende che siano emersi vari nomi alternativi negli ultimi anni», scrive Davis, notando come espressioni come “pre-loved” o “vintage” cerchino di rendere più attraente il concetto di abbigliamento usato. L’obiettivo è superare le connotazioni negative che spesso accompagnano l’idea di second hand, come capi usurati o mal odoranti, percezioni particolarmente radicate nella fascia di consumatori più anziani. Il problema è che questa molteplicità di termini genera anche confusione, come osserva Davis: «Non ho ben chiaro cosa significhi vintage… potrebbe indicare semplicemente capi di seconda mano standard o suggerire un prodotto leggermente superiore». Mentre il settore si evolve, sembra chiaro che, affinché il second hand possa crescere ulteriormente, potrebbe essere utile una maggiore chiarezza sul linguaggio e una collaborazione più stretta tra i retailer.