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Strade del lusso, in Italia un boost per HoReCa e piccolo commercio

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Inumeri della Fashion Week confermano l’ascendente del lusso per l’economia delle città. E Monte Napoleone supera Bond street nella classifica delle vie più costose d’Europa. L’analisi di Savills.

La Settimana della Moda F/W 2024 si è rivelata un vero successo per la città di Milano e per il settore del fashion, con centoquindicimila visitatori di cui quasi metà stranieri: tra tutti, si parla del 15% in più rispetto allo scorso anno. L’impatto di questa manifestazione si è già tradotto in settanta milioni di indotto per l’ospitalità e per i trasporti, con una crescita del 22% rispetto al 2019, mentre il ritorno dei turisti della Greater China e degli Stati Uniti ha contribuito anche a un aumento significativo dello scontrino medio nei negozi: con una media del 10%, che non riguarda soltanto il lusso, ma anche il bilancio dei più generici negozi di prossimità e della ristorazione.

Un recente report di Savills pronostica una crescita del 3,7% per tutto il commercio al dettaglio in Europa durante il 2024, favorito dal miglioramento dei redditi disponibili e dal rallentamento dell’inflazione. In Italia il luxury si conferma uno dei settori trainanti per questa crescita. «Il settore retail ha attraversato un periodo ricco di sfide – commenta Alberto Albertazzi, Head of Retail Management di Savills – complice l’ascesa dell’e-commerce e la crisi innescata dalla pandemia. Ma il recente interesse verso l’high street e il grocery, unito alla resilienza dimostrata dai centri commerciali in termini di footfall e fatturato, sta riaccendendo l’attenzione di proprietari, brand, insegne e consumatori». Nonostante un leggero calo della domanda di nuovi spazi in locazione nelle grandi città, infatti, le principali vie dello shopping rimangono zone di elevato interesse commerciale, e Via Monte Napoleone ha superato Bond Street a Londra come strada commerciale più costosa d’Europa. Ma il report prevede anche una crescente polarizzazione tra spazi commerciali di alta qualità (prime) e meno prestigiosi (secondari e terziari), con i primi più reattivi, mentre i secondi affrontano sfide maggiori, inclusi alti tassi di sfitto. Continua Albertazzi: «Le prospettive di valorizzazione degli immobili retail stanno cambiando, alimentate dalla buona tenuta dei consumi e dall’interesse crescente verso settori come il food and beverage e il tempo libero. Nel 2024 ci aspettiamo una ripresa delle vendite al dettaglio anche in termini reali grazie alla crescita del potere d’acquisto delle famiglie. Nei centri commerciali prime, la domanda dei brand rimane elevata e di conseguenza si registra una vacancy contenuta e canoni stabili. Ci aspettiamo un rallentamento dei nuovi sviluppi e un crescente focus delle proprietà sulle espansioni e sul refurbishment dei centri esistenti, allo scopo di creare un’offerta in linea con le nuove esigenze della domanda». Così, mentre l’offerta luxury si mostra vitale, con frequenti nuove aperture, sono allo studio offerte orientate al tempo libero per attrarre più visitatori negli spazi commerciali con posizionamento più standard.