Human & Green Retail Forum: l’umanità al centro dell’innovazione sostenibile
Arrivato alla sua tredicesima edizione, in programma il 28 e 29 settembre, il Green Retail Forum cambia nome e diventa Human & Green Retail Forum. Abbiamo chiesto a Paolo Mamo, presidente di PLEF, qualche anticipazione sui temi chiave dell’evento.
Qual è il significato del nuovo nome? Cosa cambierà con la tredicesima edizione dell’evento?
Il nuovo nome riflette una presa di coscienza più ampia. ‘Green’ sta diventando un concetto superato, talvolta anche mistificatorio. Tutti sanno che non basta piantare nuovi alberi per combattere il surriscaldamento climatico e la degenerazione del nostro ecosistema. Siamo i testimoni di una crisi che è, allo stesso tempo, ambientale, sociale ed economica. L’automazione incontrollata e la degradazione delle condizioni lavorative stanno portando una nuova alienazione, per il vantaggio di pochi eletti. Queste riflessioni ci hanno portato allo slogan: “Take care”, perché è essenziale curarsi degli altri, sia di quelli che fuggono dai conflitti o dalla desertificazione, sia di quelli a noi più prossimi. Questa cura implica anche una ferma opposizione a pratiche che compromettono il valore dell’individuo per il mero profitto economico.
Quest’anno il HGRF si terrà durante la Green Week organizzata dal Comune di Milano. Perché avete scelto proprio questa data? Qual è la possibile relazione tra retailer, pubbliche amministrazioni e cittadini?
Il nostro concetto di “green” va oltre il solo ambientalismo, riguarda anche la qualità della vita in città e nei luoghi di lavoro. I retailer hanno un contatto diretto con i cittadini e possono agire come ponti informativi ed educativi. Progetti come parchi sportivi, spazi verdi vicino alle scuole o iniziative di tutela della legalità in quartieri difficili sono alcuni esempi di una possibile interazione tra amministrazioni e retailer. Questo è anche il motivo della nostra presenza durante la Green Week.
Quale può essere il ruolo dei retailer nella transizione ecologica?
I retailer hanno l’opportunità di essere dei pionieri della transizione ecologica. Possono promuovere le best practices in materia di riciclo, economia circolare, lotta allo spreco ed educazione alimentare. Questa direzione non solo è in linea con il core business, ma porta anche alla ricerca di prodotti tracciabili e di qualità. Fidelizzare il cliente significa anche proporre brand e iniziative sostenibili, rispondendo ad un esigenza sempre più condivisa dai cittadini.
Esiste un ruolo sociale del retailer contemporaneo? Ci sono strumenti per creare una nuova collaborazione tra i retailer su base quotidiana?
Il ruolo del retailer va oltre la semplice vendita, sono importanti anche l’interazione con la comunità e l’adozione di prassi sostenibili. Una visione orientata al futuro richiede che i retailer non proteggano gelosamente le loro innovazioni sostenibili come un know-how esclusivo, ma che condividano tali conoscenze in un’ottica di “coopetition”, promuovendo un progresso collettivo. Strumenti come la blockchain o le nuove pratiche di coltivazione possono facilitare e sostenere questa nuova forma di collaborazione tra retailer, accelerando la transizione verso un retail sostenibile.