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Bollicine, dalla GDO al fuori casa consumi in fermento

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Piace bianco, leggero, adatto allo spritz. Così lo spumante italiano tiene il record dell’export e minaccia la tradizione del rosso. Forte anche il trend dei vini dealcolati e a bassa gradazione.

Il vino genera oltre tre miliardi di euro in GDO, con nuovi trend che anticipano le prossime abitudini di consumo. Secondo l’ultimo report di NielsenIQ, a spingere la crescita di fatturato nel 2024 sono specialmente le bollicine, non solo in termini assoluti ma anche per il loro peso (25,2%) sul fatturato complessivo del vino, di nuovo in aumento – seppure di poco – rispetto all’anno precedente (+0,4%). In parallelo, la flessione dei volumi non scoraggia la crescita di un segmento emergente: quello dei vini a bassa o nulla gradazione (detti “NoLo”), che attirano un pubblico più giovane o comunque attento alla salute. Sul fronte delle esportazioni, si sono registrati cali di volume su tutto il comparto, ma l’Italia mantiene la sua leadership nell’export – a volume – degli spumanti.

Nelle abitudini di consumo si intravede un cambio di rotta: se la tradizione della bottiglia in tavola mantiene una base solida, sempre più consumatori si orientano verso prodotti più freschi e versatili. Anche secondo l’Observatory of Wine Markets, la domanda di vini bianchi e spumanti ha preso il sopravvento sui rossi tradizionali, con una specifica preferenza per i prodotti meno impegnativi e di facile abbinamento. Allo stesso tempo, emerge una crescente inclinazione per le alternative a basso contenuto alcolico: Nielsen registra che i NoLo sono richiesti da un consumatore su sei, soprattutto donne tra i venticinque e i quarantaquattro anni, che sono genitori o comunque appartengono a un cluster più sensibile della media al tema del consumo alcolico responsabile. Chi appartiene a questo cluster è tendenzialmente più propenso a spendere, per un prodotto coerente al lifestyle a cui aspira: il 58% degli intervistati è dunque interessato a prodotti premium, e a ricomprarli, costruendo un tassello di fidelizzazione importante per la filiera più attenta alla qualità.

Il successo degli spumanti risalta anche dai numeri del fuori casa: il 46% dei consumatori beve vino per aperitivo, al ristorante o dopo cena, di cui il 34% che chiede esplicitamente spumante (made in Italy). La GDO si è già messa in ascolto del trend e ha ampliato l’offerta di bollicine con l’aggiunta di prodotti innovativi come le basi per “sparkling cocktail”, puntando soprattutto sui gusti dei giovani. Anche l’analisi di Nielsen conferma che spritz e altri cocktail a base di vino mostrano un forte potenziale per catturare l’attenzione della fascia 18-24, che fino ad oggi mostrava affinità modeste con il vino tradizionale. Per esempio, l’Hugo, variante dolce e meno alcolica dello spritz, dove il prosecco è miscelato a sciroppo di sambuco, è particolarmente apprezzato dai più giovani e rappresenta un’ulteriore porta d’accesso alla categoria del vino. Tra i nuovi formati in GDO, i bag-in-box confermano una crescita in valore e trovano maggiore spazio sugli scaffali.