Dal Tamagotchi a Stranger Things: il potere della nostalgia.
Gli anni ’80 e ’90 tornano in vita nei gusti delle nuove generazioni. Così il marketing della nostalgia traina il successo dei brand.
Bandai ha da pochi giorni annunciato la prossima uscita di un nuovo Tamagotchi dedicato al mondo di Harry Potter. I giocatori potranno scegliere il loro cucciolo virtuale tra 25 creature magiche, come Grattastinchi, il gatto di Hermione, o come Fierobecco, l’orgoglioso Ippogrifo. Il Tamagotchi, diffusissimo alla fine degli anni ’90, nonostante utilizzi una tecnologia oggi obsoleta, non sembra avere perso il suo appeal. Appena un mese fa una riedizione del gioco era stata proposta da Supreme, uno dei marchi di Streetwear preferiti dalla generazione Z, la sola troppo giovane per ricordare in prima persona gli anni del boom del videogioco. Una delle funzioni più importanti del co-marketing e del co-branding è proprio quella di presentarsi a una nuova clientela, e la nostalgia, da sempre, è un’arma vincente.
Anche a Milano la recente apertura di un grande pop up store dedicato alla serie Stranger Things, resa possibile da una collaborazione con Kinder e Lacoste, fa leva sulla nostalgia di un pubblico che, in gran parte, non ha vissuto gli anni ’80, ma ne ha un’immagine nitida, quasi un ricordo, grazie alle numerosissime testimonianze dell’epoca. Il particolare apprezzamento delle generazioni più giovani verso queste “operazioni nostalgia” sembra paradossale, ma è in realtà una reazione del tutto naturale.
Nel libro Retro Marketing, Daniela Bavuso e Natale Cardone parlano del tema, sostenendo che intorno ai vent’anni maturiamo un forte sentimento affettivo verso alcuni oggetti, sentimento destinato a durare per tutta la vita. Il libro dà un’interpretazione del forte interesse dei ragazzi per gli anni ’80 e ’90, che, secondi gli autori, passa attraverso l’idealizzazione di un momento storico meno complesso dell’attuale, in cui per un giovane era più semplice riconoscersi e identificare le proprie radici e i propri ideali.
Anche Spotify nel suo rapporto Culture Next 2022 ha rilevato come la nostalgia sia una delle tendenze principali nei gusti della generazione Z. Secondo la piattaforma il 59% dei ragazzi ascolta guarda volentieri media dei decenni passati per “ricordare i momenti della storia recente in cui tutto era più semplice”.