L’AI come farmacista, una prospettiva del Retail Institute
L’AI un prezioso alleato del retail farmaceutico. Dalle nuove applicazioni un boost all’efficienza e alla personalizzazione dei servizi, anche a vantaggio dell’assistenza al cliente.
L’intelligenza artificiale si sta rivelando uno strumento fondamentale, anche nel mondo delle farmacie. Durante l’ultimo webinar di Retail 4 Farma, un percorso di incontri e approfondimenti sul mondo delle farmacie organizzato dal Retail Institute, Francesco Cavone, responsabile di Innovazione e Iniziative Strategiche presso IQVIA Italia, ha sottolineato l’importanza di accelerare l’adozione di tecnologie avanzate, per favorire la trasformazione farmacie in veri presidi sanitari. Tramite l’analisi dei dati è possibile, ad esempio, proporre offerte personalizzate, e offrire ai venditori insights continui sulle abitudine di acquisto. L’utilizzo dei chatbot, inoltre, può elevare il livello di assistenza e monitoraggio dei pazienti, ridurre gli errori di prescrizione e migliorare la sicurezza. Questa tecnologia gioca un ruolo fondamentale anche nel supportare i servizi consulenza per un maggiore benessere complessivo. Parallelamente, il governo valuta nuove regole per la “farmacia dei servizi”, all’interno del ddl “semplificazioni”. Disposizioni che definiscono un importante ampliamento delle funzioni del farmacista, che potrà dispensare per conto delle strutture sanitarie farmaci e dispositivi medici, somministrare vaccini ed eseguire test diagnostici.
L’adozione dell’intelligenza artificiale nel settore farmaceutico è già oggi una realtà in rapidissima espansione. Con un tasso di crescita annuale degli investimenti del 35%, si stima che entro il 2025, metà delle aziende farmaceutiche avranno integrato strategie avanzate basate sull’AI. L’osservatorio di IQVIA ha inoltre rivelato che l’impiego di questa tecnologia avrà un impatto significativo sulla riduzione dei costi legati alla ricerca di nuovi farmaci, stimando un risparmio di settanta milioni di euro. Ma accanto al generale entusiasmo, l’AI desta anche preoccupazioni. Le tecnologie non possono ancora garantire l’assenza di errori e, come ha ricordato Francesco Zaccariello, Managing Director di Efarma, siamo solo “all’anno zero” della loro implementazione.
I principali dubbi degli investitori riguardano la possibile parzialità dei dati o la possibile violazione delle regole di copyright, insieme alle difficoltà nel creare tool capaci di adattarsi alle diverse regole dei singoli stati. L’intelligenza artificiale non sembra in ogni caso poter mettere in discussione il ruolo del farmacista. In un recente documento, la Federazione internazionale farmaceutica evidenzia come una maggiore alfabetizzazione sanitaria favorisca una migliore salute. E dunque i professionisti restano fondamentali per fornire dati affidabili, chiari e non promozionali su farmaci a pubblico, pazienti e professionisti, operando in squadre terapeutiche con pazienti e se necessario con caregiver. Con l’accesso crescente a informazioni online e su dispositivi digitali (basta uno smartphone), possono orientare il cliente e chiarire dubbi, aiutandolo a scegliere fonti sicure da cui trarre informative farmaceutiche.