L’età dell’oro del turismo nell’era dell’AI
Nonostante le difficoltà economiche il settore dei viaggi cresce ad una velocità vertiginosa, mentre l’intelligenza artificiale trasforma i servizi alla clientela e crea nuove opportunità.
Durante le ultime festività 19 milioni di italiani sono partiti per le vacanze, con una spesa complessiva di quasi 15 miliardi di euro, in un aumento del 14,4% rispetto allo scorso. Questo trend riflette una prospettiva globale ottimistica per il turismo, con una previsione di crescita del 5,8% fino al 2032, secondo le stime di McKinsey.
nel report The promise of travel in the age of AI la società di consulenza sottolinea come per ogni generazione sia esistita un’età dell’oro”, favorita dall’arrivo di nuovi strumenti. Negli anni ’50, i primi jet hanno reso possibili i voli intercontinentali, seguiti dalla liberalizzazione delle compagnie aeree negli anni ’70, che hanno aperto il mercato a un consumo di massa. Dall’inizio degli anni ’90, invece, Internet ha offerto ai viaggiatori la possibilità di creare itinerari personalizzati.
Oggi, sono le tecnologie emergenti, come il deep learning e l’intelligenza artificiale, a rivoluzionare il settore. Questi strumenti stanno ridefinendo l’intera esperienza di viaggio, dalla fase di ispirazione alla pianificazione. Lo studio dei dati permette una conoscenza sempre più approfondita e specifica delle esigenze della clientela. L’AI generativa,i nvece, favorisce l’elaborazione di un’offerta ad hoc per ogni esigenza. Trip.com, ad esempio ha introdotto TripGenie, un chatbot avanzato che offre assistenza personalizzata nella fase di pianificazione rispondendo alla crescente richiesta di informazioni complesse e contestualizzate. Anche Expedia all’interno della sua app utilizza CHATgpt, per aiutare il cliente in scelte come la destinazione , l’alloggio migliore o le attività da svolgere durante le vacanze.
Con l’implementazione dell’intelligenza artificiale, inoltre, fino al 30% delle ore lavorative odierne potrebbero essere automatizzate entro il 2030. Ma, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’AI non minaccia i posti di lavoro nel turismo. Con una riduzione del 12% del personale rispetto al periodo pre-COVID-19, la tecnologia può svolgere un ruolo chiave nel colmare questa lacuna. Per i professionisti dell’ospitalità sarà possibile dedicarsi prima di tutto al rapporto umano e diretto con il cliente, una condizione fondamentale per un’esperienza di viaggio appagante.