Luxury: cala la fiducia nel “miracolo cinese”
I ricavi del lusso continuano a segnare risultati positivi, ma l’arresto dell’economia cinese mette in allarme brand e investitori
Nei giorni scorsi Hermès ha comunicato i risultati raggiunti nella prima metà del 2023. Le vendite hanno portato al marchio francese 6,7 miliardi di ricavi, con una crescita del 25% rispetto allo scorso anno, e oltre 2,2 miliardi di utili.
Secondo Axel Dumas, chairman di Hermès, le incertezze dei mercati in questi ultimi mesi non hanno compromesso successo del marchio francese. La crescita maggiore si è registrata proprio in Asia, anche sei l PIL della Cina nell’ultimo trimestre è aumentato solo dello 0.8%, portando ad un ridimensionamento delle stime di crescita della Repubblica Popolare. Nonostante il complesso periodo economico, infatti, la maggior parte dei brand del lusso continua a registrare risultati positivi.
Il calo di fiducia, invece, sta già influenzando i mercati azionari. Il valore dei titoli dei principali brand è sceso vistosamente negli ultimi giorni. Richemont, ad esempio, è sceso dell’8 %, LVMH del 3,75. Anche di il titolo Hermès, nonostante il record di vendite, ha perso il 4,7% del suo valore.
Il Financial Times in un recente articolo sulle prospettive del mercato, ha ricordato come in Cina solo una piccolissima parte della popolazione acquista beni di lusso. Le spese dei cittadini più ricchi, poco minacciati dall’incertezza economica sono aumentate anche negli ultimi mesi, ma oggi per i marchi del lusso sembra più difficile coinvolgere nuova clientela. I clienti del luxury sono pochi cittadini facoltosi e di età matura, solitamente oltre i trentacinque anni. Non si è ancora assistito ad un aumento significativo del potere d’acquisto della generazione Z, su cui i brand stanno puntando per gli anni futuri. Anche le scelte dei consumatori più facoltosi, inoltre, riflettono una maggiore prudenza negli acquisti, privilegiando beni più duraturi, come orologi e gioielleria, a discapito dei prodotti di abbigliamento.