Sanremo, ecco le storie portate sul palco da brand e cantanti.
Come ogni anno Sanremo è una occasione perfetta per capire le scelte di storytelling dei brand verso la numerosa platea che, a scapito delle differenze sociali, politiche, economiche e culturali, si ritrova, ogni anno, per cinque giorni sul divano davanti alla tv
Una platea ancora numerosissima e variegata, anche grazie alle scelte della direzione artistica, che strizza l’occhio a boomer e millenials, con le reunion di Paola e Chiara, il ritorno di Grignani la performance Albano-Ranieri-Morandi, sia alla generazione Z, con Lazza, Madame, Blanco etc.
Così, nonostante il format tv metta a dura prova la resistenza del pubblico, che, sempre più spesso, guarda il Festival con un occhio alla tv e uno al display del cellulare, per partecipare al dibattito anche sui social, sono moltissimi i brand per cui investire in visibilità su Sanremo è un’operazione vincente. Ma, al di là dei modi e delle forme con cui saranno presenti sia gli sponsor ufficiali che quelli a cui sono stati riservati spazi ad hoc, è interessante notare come storyline delle canzoni e dei brand che partecipano e parlano del Festival, quest’anno, insiste (molto) su alcuni temi, ne raffredda degli altri e lascia intuire (poco) quali potrebbero essere i trend emergenti dei prossimi anni.
Fluidità e genderless.
Si tratta di temi “sdoganati” già negli anni scorsi dalla presenza di Drusilla Foer come anche dagli outfit di Achille Lauro. Quest’anno, però, sono diventati mainstream. Insomma le canzoni di amore lei/lei, lui/lui, loro/loro, non scandalizzano più nessuno, tranne quelli che fanno finta di scandalizzarsi. Il genere sessuale non è più un “genere”, e forse nella prossima edizione non sarà più una tendenza da cavalcare per fare notizia e avere visibilità.
Inclusione e Diversity.
L’empowerment femminile, l’inclusione per chi ha una diversa pigmentazione della pelle (cit.) o un corpo che non sta dentro una 42, per chi vive dietro le sbarre di un carcere, ma non per questo è un criminale cui negare una seconda possibilità. Al netto di come sono stati affrontati nei vari monologhi che si sono succeduti sul palco, è innegabile che l’attenzione per tematiche come inclusività e diversità sta conquistando sempre più spazio all’interno della conversazione pubblica: da Dyson, che ha tenuto a sottolineare il suo impegno per la hair inclusion, ai vestiti bandiera di Chiara Ferragni.
Sostenibilità e Upcycling.
Peccato. Su un tema così fondamentale come la lotta per il diritto alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica si è veramente detto pochino, finora. Sia nelle canzoni, dove il tema non è trattato, sia nella scelta dei vestiti. Negli eventi glam come i Golden Globe e la Notte degli Oscar, infatti, è sempre più comune vedere le star che scelgono abiti nel segno dell’upcycling e del riciclo. Cosa che non accade a Sanremo. A meno che non diventi di tendenza nel 2024.