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Second-hand, l’opportunità che attrae anche i big player

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Un diffuso rethinking delle strategie digitali spinge anche i grandi retailer verso i marketplace, e le transazioni C2C sull’usato diventano terreno fertile per ampliare il proprio audience.

La crescente domanda di prodotti di seconda mano sta spingendo anche i grandi gruppi a innovare i modelli di business, adottando soluzioni che vanno oltre l’offerta tradizionale (nuove collezioni, nuovo mobilio, elettronica di prima mano). La spinta arriva dalle molte piattaforme di second-hand che, senza chiedere il permesso, stanno diventando un nuovo pilastro dei consumi, trasformando il concetto stesso di consumo in un’esperienza più circolare e sostenibile.

Il recente lancio di IKEA preowned, dedicato esclusivamente alla compravendita di mobili usati, mira alla costruzione di uno spazio di libero scambio per i clienti: un marketplace orizzontale in cui sia possibile inserire i propri prodotti, fissare un prezzo di vendita e caricare autonomamente le immagini. Il sistema di intelligenza artificiale di IKEA integra automaticamente le medesime inserzioni con fotografie promozionali e le dimensioni precise dei prodotti. E come riportato dal Financial Times, i venditori potranno optare per il pagamento in contanti o tramite voucher IKEA maggiorato del 15%. Così il modello non risponde solo alla crescente richiesta di mobili second-hand, ma consente a IKEA di ampliare i suoi touchpoint per il nuovo, dove la vendita di usato sta superando quella di nuovi prodotti.

Il primo player al mondo della GDO (con la maggiore quota anche negli Stati Uniti) ha appena ampliato il suo e-commerce con nuove funzionalità. Con l’introduzione della sezione Resold, oggi il nuovo Walmart Marketplace offre cinque milioni di articoli usati provenienti da millesettecento venditori, e il successo della nuova strategia è già documentato dal vistoso aumento delle transazioni (+30%) degli ultimi mesi. Parallelamente, Walmart ha lanciato due linee: Premium Beauty, che include prodotti di bellezza di marchi esclusivi, e Collector Shop, dedicata agli oggetti da collezione, allargando ulteriormente la vocazione del marketplace dal punto di vista degli utenti.

Il settore della moda, che attraversa una continua trasformazione sul fronte del second hand commerce, in Europa ha visto affacciarsi TILT, un’app che unisce la specializzazione in abbigliamento di design e streetwear (di seconda mano) con la dinamica del live shopping. Gli utenti di Tilt possono quindi interagire direttamente con oltre cinquecento venditori, partecipare ad aste ed eventi promozionali e fare acquisti in tempo reale. Attraverso altre funzionalità, l’app sviluppata dalla start-up britannica Retro Labs consente anche di esplorare negozi virtuali e unirsi a discussioni in diretta con i venditori, rendendo lo shopping estremamente più coinvolgente per gli appassionati del genere.

Sempre in UK, gli ipermercati Asda hanno introdotto la vendita di TV ricondizionate in sei punti vendita. Questi prodotti, riparati e riprogettati con materiali riciclati, vengono venduti a prezzi che estendono verso il basso le fasce di pricing per questa categoria di elettrodomestici, e accrescono la reputazione dell’insegna sul fronte delle policy per l’ambiente. In Italia, ha sorpreso i clienti di Carrefour l’apertura di due nuovi corner Share Second Hand Reuse presso gli ipermercati di Carugate e Limbiate. L’iniziativa realizzata da Carrefour Italia con la cooperativa Vesti Solidale promuove l’acquisto di abiti e accessori usati di alta qualità, il cui ricavato andrà anche a finanziare progetti di inserimento per categorie svantaggiate.

Infine eBay, pioniere dell’e-commerce second-hand, per non dormire sugli allori ha lanciato la eBay Pre-Loved Fashion Week in collaborazione con il Council of Fashion Designers of America e il British Fashion Council. Durante l’evento trasmesso in diretta su eBay Live, che anticipa le fashion week di New York e Londra, eBay ripropone abiti usati di brand come Off-White e Christopher Kane, subito acquistabili. Anche il successo di queste iniziative suggerisce un cambiamento di paradigma nel retail, dove i grandi player non possono più vivere di rendita, se non creano uno spazio adeguato alle nuove abitudini di consumo e di intrattenimento delle persone.