Tenniscore, i brand si buttano a capofitto sullo sport del momento
Le rivelazioni dello sport dettano il filone narrativo del momento, non solo in pubblicità. La tennismania contagia anche il cinema, e i brand seguono la scia.
Il successo di Jannick Sinner sul campo da gioco ha spinto moltissimi brand italiani (oltre a quelli stranieri) a investire sul campione altoatesino, il primo grande campione italiano del tennis. Al momento Sinner è testimonial, oltre che di Nike, anche di Gucci, che ha realizzato il famoso borsone che porta sempre in campo, di Lavazza, che ha appena lanciato lo spot sul rito del caffè del Carota Boy, di Intesa San Paolo, Rolex, Alfa Romeo e De Cecco. Quasi tutti brand inquadrabili all’interno del perimetro dello sportswear e del lusso e che hanno beneficiato largamente dell’associazione del loro profilo con quello di Sinner, ricevendo un sentiment positivo superiore rispetto alla media abituale.
Ma fin qui nulla di nuovo: i brand hanno sempre investito sui campioni dello sport. Quello che sta succedendo, invece, è un fenomeno più ampio, che vede nella disciplina tennis, oltre che nei suoi campioni, il terreno narrativo scelto dai brand per veicolare i loro prodotti e i loro valori. La rivista Art Tribune parla addirittura di una nuova estetica, legando il fenomeno anche all’uscita del film Challengers di Luca Guadagnino, che è andato oltre in product placement facendo assumere ai brand un vero e proprio ruolo, accanto ai protagonisti nel film. Un successo che, dal grande schermo, è passato rapidamente al piccolo. Sky Sport ed Eurosport hanno avuto ascolti record e, approfittando del trend positivo, Prime Video ha reso disponibile il primo trailer di “Federer: gli ultimi dodici giorni”, il documentario che racconta le ultime due settimane di carriera di uno degli atleti più influenti di sempre.