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Fibre del futuro: il packaging di Lush che rispetta il Pianeta

Lush continua a innovare il packaging per la cosmesi e racconta il suo impegno per l’ambiente e la comunità con una mostra temporanea nello store di via Torino.

“Future fibres”, fibre del futuro, è il nome dell’esposizione che Lush ha allestito per due settimane al primo piano di Via Torino, a due passi dal Duomo di Milano, per raccontare la personale e creativa visione sul packaging che da molto tempo la caratterizza. La seniority di Lush nel campo della sostenibilità, costruita sin da tempi culturalmente lontanissimi (la fine degli anni ’90), è una delle qualità indiscusse del brand, ancora oggi di spicco in mezzo a tante iniziative sul tema. Ma come si può essere veramente sostenibili, senza un impegno concreto per diffondere questa cultura? Così Lush ha scelto di mostrare le proprie carte, raccontando con questa mostra tutte le soluzioni più evolute messe in campo intorno al proprio business.

Prodotti nudi. In bella mostra i famosi cosmetici solidi Lush (non solo saponi, ma shampoo, balsamo e lozioni) che non hanno bisogno di essere imbottigliati e perciò consentono di risparmiare plastica. Oggi i prodotti nudi rappresentano il 66% delle referenze Lush. Chi vuole un portasapone, trova il cork pot in sughero che è più naturale, più bello e aiuta l’ambiente: con un’estrazione attenta del sughero, infatti, la corteccia si rigenera da sola e le querce scorticate assorbono fino al quintuplo dell’anidride carbonica che assorbirebbe un albero intatto.

Bring it back. Dove il flacone è inevitabile, l’invito al riuso non viene abbandonato alla buona volontà del cliente: Lush raccoglie le bottigliette vuote, le igienizza per il riuso e ricambia il cliente con un piccolo sconto o un omaggio in prodotti di bellezza. Per non fermarsi alla meccanica del vuoto a rendere, Lush ha inventato un accessorio che diventa bandiera della produzione sostenibile. Si chiamano “Knot Wrap” e sono colorati foulard, lisci e soffici quasi come la seta, realizzati in fibra sintetica derivata dallo smaltimento di vecchi flaconi: cinque flaconi usati per ogni foulard, da portare addosso o da utilizzare come packaging esclusivo.

Fibre del futuro. Per tutto ciò che si può incartare, Lush impasta la carta riciclata con fibre naturali resistenti come cedro di Akaya e di lokta himalayana, producendo una carta dall’aspetto verace, vivente, che può essere stirata e riutilizzata. Oltre ad assicurare una gestione responsabile delle risorse, la carta di Lush favorisce l’empowerment femminile e contribuisce a una trasmissione prolifica di saperi tradizionali, dove ce n’è più bisogno.

L’ultimo livello, e forse il più rivoluzionario per il settore retail, riguarda la logistica. Per confezionare le scorte di prodotto che vengono spedite dai siti produttivi, Lush si serve di un imballo innovativo: il polistirolo vegetale, tanto biodegradabile da sciogliersi in acqua. Anche il nastro adesivo che chiude gli scatoloni è di carta. Un’innovazione che permette al punto vendita di via Torino (e a tutti gli altri negozi Lush) di produrre una raccolta differenziata tendente al plastic-free.