Innovazione di rete – Le nuove sfide della logistica verde #2
L’efficienza degli edifici di stoccaggio è solo il primo passo, verso un sistema globale che riduce le distanze e ottimizza i carichi. Intanto, qualcuno è già andato avanti.
Una questione complementare all’evoluzione dei trasporti riguarda i luoghi di transito attraversati dalle merci: strutture di stoccaggio, cedi e dark store. Aumentare la densità di questi luoghi per ridurre le distanze di consegna ai clienti finali (non solo consumatori ma anche aziende) sarebbe la risposta a un sistema poco organizzato e poco controllato dalle autorità statali, essendo la movimentazione delle merci una questione tradizionalmente privata. Per esempio, in Francia, il patrimonio immobiliare logistico forma una rete da settantotto milioni di mq che però non risponde a un criterio omogeneo di diffusione tra le varie regioni e pertanto non consente di ottimizzare il numero e il dispendio dei trasporti. Aumentando i collegamenti tra strutture logistiche, invece, si riduce il numero di km percorsi e si ottimizzano i volumi e i rifornimenti, come sottolineato da Constance Maréchal-Dereu, direttrice generale di France Logistique. Le piattaforme distributive “molti-a-molti” abilitano scambi informativi tra tutti gli attori coinvolti, in quanto forniscono in tempo reale al vettore l’elenco dei punti di consegna disponibili (con annesse informazioni come gli slot di scarico) e subito trasmettono la destinazione scelta agli altri partner della spedizione, compreso eventualmente il produttore.
Una parte meno appariscente, ma altrettanto incisiva dell’equazione ecologica riguarda le emissioni di CO2: in questo campo sono stati fatti molti progressi grazie alle energie rinnovabili, all’installazione di impianti di illuminazione a basso consumo e all’efficientamento termico degli edifici (dove gli incentivi fiscali hanno giocato un ruolo decisivo per l’innovazione delle strutture). Anche l’attenzione alla biodiversità, in modo che gli edifici abbiano il minor impatto possibile sulle specie presenti in un sito, rientra in un approccio di prevenzione che può solo giovare al bilancio della decarbonizzazione. Nel 2021, Monoprix ha aperto a Moissy-Cramayel il suo primo supermercato certificato a emissioni zero, che grazie ai materiali da costruzione riciclati, alla gestione dell’acqua piovana, alle pompe di calore e ai pannelli solari, permette di risparmiare centocinquantamila tonnellate di CO2 all’anno. Analogamente, ha puntato tutto sull’innovazione energetica la nuova sede di Cortilia inaugurata nel 2022 alle porte di Milano, con un sistema di approvvigionamento energetico che attinge al 100% da fonti rinnovabili e un proprio impianto fotovoltaico di ultima generazione che riesce a coprire oltre metà del fabbisogno.
I dati svolgono un ruolo importante nel processo di trasformazione ecologica, in quanto forniscono agli attori coinvolti una visione d’insieme, seppure con alcune lacune – ha osservato ancora Maréchal-Dereu – che collocano l’analisi delle merci un po’ indietro nella scala evolutiva rispetto al trasporto di persone. Le aziende coinvolte in questo processo sono sempre di più, stanno mobilitando tecnologie dirompenti e raccolgono i primi risultati incoraggianti. Come in molti altri settori, la sfida adesso è quella di accelerare, ma per vincerla bisogna che i grandi player del settore riescano a muoversi in sintonia.
(Da altavia.watch France)