TOP

La sostenibile leggerezza dell’e-shop: meno CO2 del negozio tradizionale

sostenibilità ecommerce politecnico di milano payments netcomm

L’indagine di Netcomm e B2C Logistics Center del Politecnico sulla sostenibilità dell’e-commerce rileva -75% di CO2 per chi compra online. Nelle città grandi i risultati più favorevoli.

Gli acquisti online possono ridurre le emissioni fino a un decimo di quanto producono gli acquisti in negozio: è quanto emerge dal report “L’impatto ambientale delle consegne e-commerce” condotto da Netcomm insieme al Gruppo di ricerca B2C Logistics Center del Politecnico di Milano e sostenuto da vari partner. Sebbene la casistica sia complessa e le variabili non possano essere ridotte a poche categorie, dal report si traggono dati che potrebbero rivoluzionare l’analisi di ogni caso singolo. Come il rilievo per cui il 90% delle emissioni di CO2 deriverebbe dal viaggio del cliente verso il punto vendita e dal mantenimento del prodotto stesso fino al momento dell’acquisto, per un ammontare di emissioni che può arrivare a due kg e mezzo di anidride carbonica. Questo dato mette in discussione l’idea comune che gli acquisti online siano sempre più dannosi per l’ambiente, ma richiede ulteriori chiarimenti sul peso della logistica fino all’ultimo miglio e sulla qualità dei siti di stoccaggio in confronto ai centri di distribuzione che precedono la consegna della merce in negozio. Per Roberto Liscia, Presidente di Netcomm, «oggi l’e-commerce impatta mediamente del 75% in meno rispetto all’acquisto offline in termini di emissioni di CO2». Secondo il report, la rilevazione non si sovverte a seconda che si prenda in esame Milano, Ferrara o Viterbo come luogo di consegna, ma tendenzialmente aumenta con le dimensioni della città. Quindi a Milano il vantaggio dell’e-commerce per l’ambiente è in genere più incisivo: per i prodotti di editoria, ed esempio, le emissioni di un acquisto su e-commerce con consegna a domicilio sono in media di un quinto.

Il mercato di riferimento ha numeri sempre più incisivi, nonostante il leggero rallentamento post-pandemico. Nel 2023 si era già visto che il valore dell’e-commerce in Italia è arrivato a cinquantaquattro miliardi di euro, sei miliardi in più (+13%) rispetto al 2022, e così l’incidenza sul totale retail è salita al 13% (contro il 12% dello scorso anno). I dati provengono dall’ultima edizione dell’Osservatorio e-commerce B2C del Politecnico di Milano e di Netcomm, presentati durante il convegno: “L’eCommerce del futuro? Flessibile e sostenibile” che introduceva la questione della compatibilità ambientale. Ebbene, la maggior parte dei progetti di sostenibilità riguardano la logistica e vanno dall’adozione di packaging riciclato/riciclabile all’utilizzo di veicoli elettrici sull’ultimo miglio, fino all’ampliamento della rete di PUDO (Pick Up/Drop Off), come riportato dalla direttrice dell’Osservatorio Valentina Pontiggia.

Ma sostenibilità non significa solo ambiente: lo si ripete spesso, forse meno di quanto lo si riscontri. Come ricorda Daniela Russo su Il Sole 24 ore di oggi, prima della logistica ci sono i fornitori (o produttori) e occorre arrivare a monte della filiera per valutarne l’impatto sociale e economico, oltre che il livello di tutela delle risorse e dell’ecosistema. Dall’inizio di quest’anno l’e-commerce Storeitaly ha scelto di investire fortemente sui temi della sostenibilità in senso ampio, «portando in vetrina le produzioni dell’economia carceraria, delle cooperative e delle aziende attente all’inclusività, alla biodiversità, alla parità di genere e all’agrosostenibilità». Gioosto, fondato all’epoca del Black Friday del 2019, avvalendosi della rete NeXt Economia (composta da sindacati, organizzazioni del fair trade e associazioni del Terzo settore) «seleziona una varietà di produttori che abbracciano l’agricoltura sociale e biologica, la moda etica, la biocosmesi e altri settori, offrendo così un catalogo diversificato di prodotti, tutti sostenibili».