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A Natale (non) puoi. Non più.

A Natale (non) puoi. Non più

 

La crisi energetica e quella climatica impongono un profondo cambiamento di strategia da parte degli operatori del settore retail. E Natale può essere il momento giusto per cominciare a farlo davvero.

 

Panettoni e pandori che spuntano lungo le corsie dei supermercati, primi spot e offerte in mailbox sui regali di Natale, agrifoglio e ghirlande che cominciano a far capolino in qualche negozio. Le offerte natalizie a fine Ottobre/primi di Novembre ci sono sempre state, quello che “fa strano” è vederle mentre le persone festeggiano il ponte di Ognissanti facendo il bagno (in Liguria, non in Sicilia) o scorazzando per sentieri di montagna in maglietta.

Qualche tempo fa fece scalpore un titolo della rivista online Politico che, ancora nel 2019, definì il Natale the world’s greatest annual environmental disaster. Un’immagine un po’ forte, ma più che mai attuale se pensiamo ai consumi energetici di luminarie, alberi di Natale, addobbi nei negozi che quest’anno saranno più pesanti e più stridenti, guardando sia lo scenario geopolitico che quello climatico.

Alcuni Comuni stanno rinunciando alle decorazioni luminose, altri stanno pensando a come renderle più sostenibili e a impatto ridotto. E così stanno facendo anche molte catene e molti attori della GDO. Una soluzione che fa pensare: ridurre i consumi energetici, pensando al bene della Comunità di riferimento, può diventare una modalità per coinvolgere stakeholder e per attrarre nuovi clienti, fidelizzando quelli esistenti. Greenwashing? No. Piuttosto un bagno di realtà, sotto un inedito sole novembrino.