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Boom del re-commerce, il retail circolare che piace anche ai brand

Il reselling allunga la vita dei prodotti e ne rende più accessibile l’acquisto. Il numero di transazioni di beni di seconda mano cresce esponenzialmente e apre nuove prospettive a brand e retailer.

Secondo uno studio di Technocrunch le transazioni di re-commerce raggiungeranno i 289 miliardi di valore entro il 2027, con una crescita cinque volte più rapida di quella stimata genericamente per il retail. Il rapporto evidenzia come oggi l’82% dei consumatori acquista online beni di seconda mano. Per il 13% degli appartenenti alla generazione Z e per il 19% dei millennials il re-selling è diventato una vera fonte di reddito, nel 30% dei casi la principale. Accanto al vantaggio economico, soprattutto per i consumatori più giovani, la scelta di un prodotto second hand, è preferibile per il minor impatto ambientale. Una recente ricerca di Wallapop ha mostrato come gli acquisti sulla piattaforma, nel 2022, hanno permesso di risparmiare venti miliardi di litri d’acqua, ed evitato la produzione di trentunmila tonnellate di rifiuti.

In Italia il mercato del second hand vale complessivamente venticinque miliardi di euro, che equivalgono all’1,3% del Pil nazionale, secondo la nona edizione dell’Osservatorio Second Hand Economy, condotto da Bva Doxa per Subito.

I numeri più importanti si osservano nell’automotive. Le  vendite di vetture usate hanno generato complessivamente dieci miliardi di ricavi, complici anche le difficoltà del mercato e la scarsità di materie prime dell’anno passato. Le altre categorie merceologiche più vendute sono “casa e persona”, che è quella che ha registrato la crescita più rapida nel 2022, arrivando a generare ricavi per 6,7 miliardi di Euro, e, a seguire, “tecnologia” e “sport e hobby”, rispettivamente in terza o quarta posizione.

 

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Insieme ai consumatori, anche brand e distributori sono sempre più consapevoli della possibile utilità di un controllo diretto delle vendite di prodotti usati. Offrire un servizio di second hand mostra al pubblico l’attenzione del marchio alla sostenibilità, permette di controllare la qualità dei prodotti in circolazione, ed è conveniente economicamente, perché può generare guadagni senza spese produttive. Accanto al successo delle piattaforme create ad hoc per la vendita di prodotti usati, anche i più importanti retailer on-line stanno così implementando i loro siti con una funzione dedicata al second hand. Giglio.com. ad esempio, ha da poco avviato una partnership con Vestiaire Collective, una delle più importanti piattaforme di re-commerce di abbigliamento, che permetterà agli utenti che vendono su VC di ottenere un buono sconto (da utilizzare su Giglio) pari al 110% del prezzo della merce venduta.