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Plastica e GDO: passi avanti, ma la strada è ancora lunga.

Plastica e GDO: passi avanti, ma la strada è ancora lunga

 

La riduzione e il riciclo dei prodotti in plastica solo da poco tempo trovano spazio nelle strategie della GDO. Ma i provvedimenti comunitari, insieme alle pressioni della collettività, possono portare un’importante accelerazione

 

Etruria Retail nei giorni scorsi ha comunicato i risultati dell’iniziativa bottle to bottle, intrapresa insieme a Coripet, consorzio leader nella produzione di bottiglie in Polietilene. La collaborazione, cominciata nel 2022, ha reso possibile l’installazione di 19 eco compattatori, distribuiti tra alcuni punti vendita a marchio Carrefour e La Bottega Sapori e Valori del centro Italia. In poco tempo sono state raccolte più di 500 mila bottiglie, per un totale di 10 tonnellate di plastica da destinare al riciclo. Oltre 30 mila clienti hanno infatti scelto di smaltire le bottiglie negli eco compattatori, spinti anche dalla possibilità di ricevere in cambio buoni sconto per la spesa.

Il risultato ottenuto da Etruria Retail e da Coripet può essere visto come uno dei primi segnali  di un reale cambio di rotta della GDO rispetto al problema plastica. A dicembre Carrelli di plastica, un’indagine condotta dal Fatto Quotidiano e da Greenpeace tra le principali catene di supermercati, rappresentanti il 70% del mercato alimentare, rilevava una generale scarsa iniziativa da parte della GDO, “bocciando”, nel complesso, tutte le insegne. Più nel dettaglio dall’inchiesta emergeva, insieme alla diffusa mancanza di trasparenza, come nessuno dei player intervistati avesse un reale piano di riduzione dell’uso di materiali in plastica, e come quasi tutti fossero poco attivi anche nelle iniziative che promuovono un comportamento virtuoso del consumatore.

D’altra parte, fino ad ora, nemmeno l’intervento delle istituzioni  si è rilevato davvero decisivo sul tema plastica e GDO . Il 14 Gennaio è entrata in vigore la direttiva UE SUP (Single Use Plastic) e ha portato alcune importanti novità. Tra gli interventi ricordiamo il divieto di commercio di diversi prodotti e imballaggi, nuovi vincoli alla progettazione e l’obiettivo dichiarato di produrre le bottiglie in PET  con il 30% di materiale riciclato entro il 2030. Il recepimento di tale direttiva per i governi nazionali appare ,tuttavia, estremamente complesso e sembra procedere a rilento. Da diversi paesi, tra cui l’Italia, non sono mancate le critiche alla decisone comunitaria, provenienti sia dall’industria che dalla politica. Le stesse critiche probabilmente hanno anche contribuito al recente ennesimo  rinvio della Plastic Tax,  una strategia suggerita dalla stessa dalla UE per rendere realizzabili i nuovi obiettivi.

Tra i consumatori, in ogni caso, l’attenzione alle tematiche della plastica e dell’imballaggio del prodotto è sempre più diffusa e, probabilmente, anche per la spinta di cittadini e associazioni, le prossime regole comunitarie saranno più dettagliate e risolutive. Per i retailer avviare da subito un deciso piano di riduzione della plastica potrebbe, quindi, rivelarsi una scelta vincente, perché apprezzata dalla clientela e ,con ogni probabilità, solo in anticipo rispetto a pratiche che, presto tardi, diventeranno comportamenti obbligatori .